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Mondragone, in fila per il tampone. Militari sorvegliano la “zona rossa”

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Dopo aver eseguito 730 tamponi a persone residenti nei palazzi ex Cirio di Mondragone, la cittadina in provincia di Caserta al centro di polemiche per il nuovo focolaio di coronavirus, il personale della Asl di Caserta si è spostato in piazza Crocelle e piazza Falcone per praticare i test ai cittadini su base volontaria. In piazza Falcone, un centinaio di persone sono pronte a sottoporsi al test. “Nostra figlia deve partorire – dice un anziano – quindi abbiamo deciso di fare il tampone per sicurezza”.

Tensione nella zona rossa Per rafforzare il presidio di vigilanza della zona rossa il ministro dell’Interno su richiesta del presidente della Regione Campania, ha inviato un contingente di 50 militari; altri 40 agenti di polizia sono stati messi a disposizione della questura di Caserta. Nella giornata di oggi è atteso l’arrivo di altri 30 militari.  Questa notte è stato dato alle fiamme un furgoncino.

E’ stato invece individuato e portato in caserma l’uomo di nazionalità bulgara che ieri, durante i momenti più concitati della protesta, sfociata in guerriglia urbana, ha lanciato una sedia dalla sua abitazione, ferendo lievemente un poliziotto.

La violazione della zona rossa da parte di alcuni cittadini bulgari ha scatenato la rabbia della comunità italiana trasformando così l’emergenza sanitaria in emergenza di ordine pubblico. Una trentina di persone sono entrate anche nel Municipio chiedendo al primo cittadino di reprimere in modo duro la protesta dei bulgari minacciando di farsi giustizia da soli. Il governatore De Luca, che ieri si e’ recato sul posto, ha detto che per 15 giorni nessuno deve entrare o uscire dalla zona rossa.

I Palazzi ex Cirio sul modello delle Vele di Scampia Già alla fine degli anni ’70 quando furono costruiti, i palazzi ex Cirio di Mondragone erano un “pugno nell’occhio” per una città dal mare pulito, meta dei napoletani, tanto che alcuni professionisti si lamentarono con l’allora sindaco Camillo Federico, che rigettò ogni critica e parlò di palazzi realizzati secondo idee innovative, sulla falsariga delle Vele del quartiere Scampia di Napoli. I cinque palazzoni furono chiamati così perché edificati su un terreno che la Cirio aveva venduto a privati dopo la dismissione della fabbrica di pomodori, che si trovava a poca distanza.

“Ricordo bene quando i palazzi furono costruiti – dice Vincenzo De Lisa, ex ingegnere capo del Comune di Mondragone per oltre 20 anni e attuale consigliere dell’Ordine degli ingegneri di Caserta. – perché noi, allora giovani professionisti, ci lamentammo perché quei palazzi, che dovevano essere di pochi piani ma poi furono portati a undici, non avevano nulla a che fare con una città tipicamente turistica”

fonte RaiNews.it

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