Entro la fine della settimana si attende il nome di Potere al Popolo, che in questi giorni ha raccolto le candidature online e indetto le assemblee territoriali, dichiarando di voler correre in solitudine. A sinistra, inoltre, si continua a dialogare su una lista che includa anche esponenti di demA, il movimento fondato dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che ha dichiarato di non voler scendere in campo in prima persona.
De Luca lavora da mesi a una coalizione ampia, che include Pd, Iv, Centro Democratico, Articolo1, oltre a una decina di civiche che pescano tra l’elettorato moderato, ridotte rispetto alle 16-18 iniziali per evitare di indebolire troppo i Dem. Non ci sarà il M5s, che come accade anche in altre regioni correrà da solo, riproponendo Ciarambino come 5 anni fa e archiviando definitivamente l’ipotesi di candidare il ministro Sergio Costa in una ipotetica alleanza con Pd che non prevedeva la riconferma di De Luca.
Il centrodestra si presenta unito a sostegno di Caldoro
L’ex ministro e ‘governatore’, vittorioso nel 2010 e sconfitto nel 2015 sempre contro De Luca, avrà al suo fianco FI, FdI e Lega per quella che viene considerata come la “bella” nelle loro sfide personali. Il Carroccio chiede “liste di qualità”, ponendo il veto sulla famiglia Cesaro.
“Caldoro è una brava persona, ma non transigo sul contorno”, rincara la dose Matteo Salvini, spalleggiato dal referente campano, Nicola Molteni. Immediata la replica di FI Campania, affidata a Domenico De Siano a Molteni: “Il lombardo segretario regionale della Lega o è in mala fede o è male informato.
Ci meraviglia, perchè garantisti, che in fatto di impresentabilità sia così poco documentato su Forza Italia e sugli ex di Forza Italia che non ha esitato a imbarcare nel suo partito in Campania, mentre con piglio giustizialista che non trova uguali neppure tra i grillini più sfegatati, finge di ignorare che dalle nostre parti, ma non dalle sue, non c’e’ neppure un condannato”.
Sono le scorie degli screzi e delle polemiche di questi mesi, con Salvini che ha più volte contestato la scelta di Caldoro, strenuamente difeso da Silvio Berlusconi, nonostante le perplessità anche di altri azzurri come Mara Carfagna.
Tensioni anche sull’altro fronte, dove le liste sono affollate e non mancano i transfughi che, sull’onda della popolarità acquisita da De Luca durante l’emergenza Covid, stanno migrando dal centrodestra. Anche nel Pd c’è maretta tra i consiglieri uscenti, mentre in molti scelgono le civiche pensando di aver maggiori possibilità di elezione.
Contro i trasformisti dell’ultima ora si scaglia il segretario metropolitano di Napoli, Marco Sarracino, che nella direzione di lunedì scorso ha ricordato che “non siamo un partito-taxi” e ha chiesto “volti nuovi” e una donna come capolista.
Fonte: Repubblica.it