Ma gli ultimi venti minuti non cancellano la maggior parte di una partita negativa, condita da tanti errori e da una tensione evidente nella squadra. Aspetto che prima si è cercato di giustificare con la tanto chiacchierata “pressione della piazza” ma che ora, con gli stadi chiusi al pubblico, evidentemente va spiegata in altro modo.
La verità è che la Salernitana, anche con la Cremonese, non è riuscita a fare gioco, è stata lenta nel consueto giropalla e ha strappato un punto in casa al 96° grazie a due rigori e ad un goal sugli sviluppi di un corner.
I granata non mostrano assolutamente quella convinzione e quella sicurezza che dovrebbe avere chi punta in alto. Se anche Ventura arriva a dire “dobbiamo crederci davvero ai playoff, altrimenti è meglio andare prima in vacanza”, quando fino a qualche giorno fa parlava anche di promozione diretta, qualcosa vorrà pur dire.
E non possiamo sempre appellarci agli episodi perché questi fanno parte del gioco e valgono per tutti. Così come è fuori luogo e fuori tempo parlare ancora di “squadra che sta crescendo, ci vuole tempo”. Siamo a fine stagione e tempo a disposizione per crescere non ce n’è più.
Nel post-lockdown la Salernitana ha raccolto due punti in tre partite. Peggio hanno fatto solo Ascoli, Cremonese, Juve Stabia e Frosinone. Ora i granata hanno appena una lunghezza di margine dal nono posto. Per restare nei playoff serve una decisa variazione di rotta. Sempre che, riprendendo il concetto di Ventura, ci sia la giusta convinzione per gli spareggi promozione.