Accoccolato sulla spiaggia, accanto mia moglie. Alle nostre spalle un borgo antico: poche case, qualche barca e sabbia e mare.
È il fiordo di Furore.
Acqua.
C’è un’ora incantata per questo luogo perduto nel Mediterraneo.
Quando non è più giorno e non è ancora notte, il tempo si muove lentamente, con il fiato sospeso. Un gioco di riflessi invita a smarrire la misura del tempo, i confini della logica. È il crepuscolo.
La luce sbiadita alimenta l’assonanza tra mondo reale e immaginazione e libera l’anima da compromessi. La mente è chiara. I pensieri non sono il risultato di percorsi tortuosi e ponderati attraverso la sostanza reticolare, giungono diretti al cuore.
Mentre laggiù il sole illumina ancora il mare, qui, nel fiordo, si fa sera. I colori ovattati, gli uomini e le cose sono in attesa della notte.
Le case, la stretta via, la sabbia, si trasformano in macchie scure, senza confini. Le barche giacciono sulla spiaggia in attesa del nuovo giorno; si smarriscono tra le ombre i colori.
Piccole onde, ingoiate dalla sabbia, scandiscono il lento scorrere del tempo.
Ascolto i racconti dei pescatori.
Alternano storie vere a racconti leggendari. Parlano di Oreste Varese che anche quest’anno ha organizzato i tuffi dal ponte (ogni anno vengono a Furore i più forti tuffatori di tutto il mondo) e ricordano le imprese leggendarie di Paolo Pinto, uno dei più legendari nuotatori di gran fondo di tutti tempi, purtroppo scomparso anni fa.
La luna spande la sua luce sugli uomini e sulle cose e respira in silenzio come se volesse ascoltare i discorsi smorzati dallo sciabordio del mare.
Al calar della sera, su questo spicchio di spiaggia, sotto il ponte, riscopro com’è bello chiacchierare e ritrovare affetti, pensieri, attese comuni; su questa spiaggia si consumano le ultime ore di una giornata intensa, tra bilanci e speranze.
La strada sul ponte è deserta. Gente che continua a discorrere, a raccontare storie vere, le proprie storie.
Racconti di imprese impossibili, di coraggio, di fatica, di sabbia, di scogli, d’acqua; di mare.
La relazione che dovrò tenere tra qualche giorno ruba la mia attenzione e mi allontano per un attimo.
Il colesterolo LDL (colesterolo cattivo) elevato è la principale causa dello sviluppo dell’aterosclerosi: pertanto, è fondamentale il suo trattamento con cambiamenti nella dieta, con l’esercizio fisico e, quando necessario, con la somministrazione di farmaci ipolipemizzanti.
Non esiste un limite naturale tra i livelli di LDL-Colesterolo normali e anormali ma esiste una relazione lineare tra i i suoi valori e il rischio cardiovascolare; quindi, molte persone con livelli di colesterolo “apparentemente normali” traggono beneficio dal raggiungimento di valori ancora più bassi, soprattutto se presentano altri fattori di rischio cardiovascolari o sono affetti da patologie cardio- cerebrovascolari: è chiaramente descritto in letteratura come una più intensa riduzione del LDL-Colesterolo riduca significativamente gli eventi cardiovascolari.
Ritorno ad ascoltare gli uomini.
Mentre si continua a discorrere pacatamente, lontano, dove il mare ancora luccica, si scorge un uomo nuotare. Nella striscia di luce la sua immagine diventa sempre più nitida. Si avvicina con bracciate lente e possenti. Viene verso la spiaggia. Il battere incessante dei piedi disegna una scia di spuma che si allarga e si dissolve pigramente.
L’uomo raggiunge la riva, esce dall’acqua e siede sulla battigia, vicino a noi. Ascolta i discorsi con attenzione, chiacchiera volentieri. I suoi occhi sono celesti, grandissimi; sono laghi taciti, senza sponde. Larghe le spalle, il torace di chi ha nuotato da sempre. Ha il volto sereno, ma triste. Ascolta le nostre riflessioni, poi, senza esitazioni, saluta e si perde nelle profondità del fiordo.
L’uomo che mi è accanto coglie il mio sguardo che chiede spiegazioni. Al mio orecchio sussurra: “È Paolo, forse il più forte nuotatore di gran fondo di tutti i tempi. Si allena ogni giorno per ore. Si prepara alla più importante traversata che sia stata mai pensata, eppure c’è qualcuno che racconta che sia morto qualche anno fa…”.
Al calar del sole, nella luce quieta della luna, tutto si confonde: fisicità e astrazione, spirito e corpo, reale e irreale, passato e futuro. Al sopraggiungere della notte, nel fiordo, nel cielo nero, echeggia tutto ciò che è stato… e ogni cosa si plasma nel presente impalpabile.
Tutto diventa possibile. È lecito sognare.
Vincenzo Capuano