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Sequestro Anfetamine al Porto, Libera Salerno: Assurdo che clan facciano affari con terroristi

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L’operazione messa a segno nelle scorse ore dalla Guardia di Finanza al porto di Salerno, con il maxi sequestro di 14 tonnellate di anfetamine (84 milioni di pasticche di captagon), per un valore di circa 1 miliardo di euro, costituisce uno straordinario successo investigativo e di intelligence. Dunque, ci sentiamo anzitutto in dovere di esprimere la nostra gratitudine alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine per questo brillante risultato, che – come tutti gli organi di stampa hanno riportato – è il più imponente sequestro di anfetamine a livello mondiale. Al netto di questo, desta ovviamente sconcerto e preoccupazione la circostanza per la quale il porto di Salerno sia stato utilizzato come snodo per questo traffico internazionale, che è servito e sarebbe ancora servito a finanziare le battaglie jihadiste dell’ISIS e ad “aiutare” i terroristi a compiere le loro azioni. Siamo certi che gli inquirenti sapranno fare al più presto piena luce sui collegamenti locali di questo traffico, scoprendo le eventuali basi territoriali, gli intrecci di interesse e le direttrici internazionali che avrebbero portato la droga sui mercati di tutta Europa. Abbiamo insomma la sensazione che molto altro ancora dovrà emergere su questa storia. Lo diciamo anche alla luce della circostanza, evidenziata dagli inquirenti e ancora più sconvolgente, secondo la quale a gestire l’affare ci sarebbe un cartello di clan malavitosi cui sarebbe spettato il compito di piazzare la droga sui mercati di tutto il Continente. È l’ennesima drammatica conferma del fatto che, di fronte alla possibilità di fare affari e accumulare ricchezze, mafiosi e criminali non guardano in faccia a nessuno, arrivando addirittura a gestire traffici che hanno lo scopo finale di finanziare il terrorismo. Crediamo che questo sia tra i dati più significativi emersi da questa operazione e certamente quello da approfondire maggiormente, attraverso il lavoro investigativo e repressivo ma anche, come sempre, attraverso una presa di coscienza collettiva della società civile sul proprio ruolo nella battaglia quotidiana e coerente per contrastare mafie e corruzione
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