Speranza infatti intima massima prudenza e ricorda che il contagio non è affatto battuto: “Il messaggio che arriva dalla lettura dei dati è che il virus circola ancora: finché sarà così, non potremo considerare il pericolo alle spalle. Lavoriamo ogni giorno perché non si torni mai più al livello di sofferenza di marzo.
Per questo, su ogni atto, seguo il principio della massima prudenza” ha dichiarato il ministro della Salute, che ha anche ricordato che esistono già sanzioni e anche il carcere per chiunque non rispetti la quarantena: “Oggi se una persona è positiva e non resta in isolamento ha una sanzione penale da 3 a 18 mesi di carcere.
E c’è una multa fino a 5mila euro” e se da una parte è ritenuto “inaccettabile” quanto accaduto in Veneto, dall’altra Speranza si mostra positivo, visto che la stragrande maggioranza della popolazione ha contribuito ad abbassare la curva del contagio.
“Rispettare le tre regole residue”
E’ sempre il ministro ad percepire che l’attenzione verso il virus a partire dalla fine del lockdown sia decisamente calata, come se il tutto facesse oramai parte del passato, anche se i nuovi focolai dicono il contrario: Speranza ribadisce che attraverso la persuasione sarà possibile convincere di nuovo la popolazione a collaborare per evitare che i numeri risalgano di nuovo, e invita a rispettare le tre “norme” superstiti dal periodo del lockdown, ovvero distanziamento sociale, igiene delle mani e l’utilizzo delle mascherine.