Secondo il professor Alberto Zangrillo, primario di anestesia e terapia intensiva dell’ospedale Vita-Salute San Raffaele di Milano, la malattia “è uniformemente scomparsa nel contesto nazionale” e gli indicatori fanno ben sperare. Lo scrive Il Giornale.it
Dopo aver precisato nei giorni scorsi che le 21 morti registrate in Lombardia non sono state causate dal Covid-19 ma da patologie pregresse, il medico cerca ancora una volta di riportare la calma, approfittando di un’intervista rilasciata al “Corriere” per spiegare che le misure di isolamento e distanziamento sociale sono effettivamente servite ad abbassare la carica virale. Non solo. Oltre a ciò, infatti, anche la cosiddetta “forza letale” del virus si è notevolmente ridotta.
“L’interazione tra Sars-CoV-2 e l’ospite ha prodotto un cambiamento che ci ha favorito”, dichiara il dottor Zangrillo. “Tutti attendono l’arrivo della seconda ondata, io credo invece che il virus si possa fermare qua”.
Il primario del San Raffaele passa poi a commentare la situazione del Veneto, dove l’indice di contagio è purtroppo tornato a salire, arrivando ad un “Rt” pari a 1,63 (guarda il video). “Credo che abbia ragione il presidente Zaia a voler esercitare il controllo sui cluster e impedire che chi è oggetto di sorveglianza possa sfuggire: è la base della prevenzione. Oltretutto ho saputo dal governatore che si è trattato di un imprenditore che è andato in giro consapevole di non stare bene”, afferma il medico, secondo il quale il dirigente si è poi ammalato gravemente a causa della carica virale contratta in Serbia, che potrebbe essere ancora elevata rispetto a quella italiana.
“Non l’ho mai negato che il virus circoli ancora”, precisa Zangrillo, anche per rispondere alle critiche di alcuni colleghi. “Sta circolando negli Stati Uniti e in Italia nei focolai, ma qui circola in modo ‘benigno’. In questo momento in Italia ha esaurito la sua forza letale, perché sta facendo quello che fanno tutti i virus, cioè adattarsi al suo ospite. Questo non vuol dire che sia mutato, ma qualcosa sta accadendo a livello delle proteine di superficie del virus: le stesse modificazioni che lo rendevano molto letale tre mesi fa, adesso lo rendono meno aggressivo”, continua.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, Zangrillo spiega al “Corriere” che il Coronavirus sta circolando soprattutto nei giovani, dal momento che sembra essersi abbassata l’età media. A causa dell’elevata contagiosità, sono aumentate le ospedalizzazioni. Non è salita, tuttavia, la mortalità, questo perché probabilmente anche negli Usa il virus non è più in grado di scatenare una malattia grave. “Se per caso la curva dei decessi iniziasse a risalire, bisognerebbe riconsiderare l’ipotesi”, aggiunge il professore.
Anche in Italia il Coronavirus sta in ogni caso continuando a circolare, ma secondo Zangrillo è ora possibile riprendere con le nostre attività. “Credo che abbiamo il 50% di possibilità che il Coronavirus ad autunno se ne vada”. L’importante, insiste il medico, è che venga rimesso in equilibrio il rapporto tra l’ospedale e il territorio. Gli ammalati, infatti, devono essere ricoverati subito, dal momento che per combattere questa patologia è importantissimo agire con tempestività.