La crisi generata dal Covid 19 – sottolinea la Coldiretti – ha stravolto i programmi di promessi sposi e famiglie e azzoppato i bilanci delle aziende: dal catering alla fotografia, dai trasporti al florovivaismo, dai viaggi all’abbigliamento, dal trucco alle acconciature, dall’immobiliare fino alla vigilanza privata.
Prima il lockdown e poi l’incertezza sulla diffusione della pandemia hanno costretto le coppie pronte a convolare a nozze – continua Coldiretti – a contrattare rimborsi o voucher per riorganizzare il pronunciamento del fatidico sì. A rischio sono oltre un milione di lavoratori diretti ed indiretti impegnati nei settori collegati.
Un settore che vede – precisa la Coldiretti – l’Italia all’avanguardia a livello internazionale con un elevato numero di stranieri che sceglie proprio il Belpaese per celebrare l’esclusivo evento. La presenza di location uniche ma anche la creatività organizzativa e l’alto livello dell’offerta enogastronomica rappresentano i fattori di successo che condizionano le scelte dei futuri sposi.
L’ultima tendenza è quella dei matrimoni green con quasi quattro giovani su dieci (38%) che considerano l’ambiente l’emergenza principale, con scelte sostenibili che vanno dalla location in campagna ai menu a chilometri zero con prodotti esclusivamente locali, dalle agribomboniere lavorate con lana di pecora o decorate con spighe alla torta nuziale della nonna fino agli addobbi floreali con essenze locali e al ritorno delle carrozze trainate dai cavalli con una spesa media che oscilla fra i 30 e i 60mila euro per il pacchetto completo del “giorno più bello”.
Proprio per questo – conclude la Coldiretti – oltre alle attività specializzate come gli abiti e accessori, i settori che hanno pagato il prezzo più alto all’emergenza sono quelli dell’agriturismo con le 24mila strutture presenti nel belpaese ma anche il florovivaismo con 27mila imprese.