I partecipanti hanno raccolto, differenziato e catalogati tutti i materiali trovati unendosi all’appello di Greenpeace, e di moltissime associazioni ambientaliste in tutto il mondo, per chiedere la tutela dei nostri mari.
“Ogni giorno attraverso l’uso di detergenti per il bucato, le superfici e le stoviglie rilasciamo materie plastiche nell’ambiente e nel mare e per gran parte di queste – le plastiche in forma liquida e semisolida – non conosciamo ancora gli impatti ambientali.
I nostri mari già soffocano per via dell’inquinamento da plastica solida, oggi scopriamo una nuova potenziale minaccia per l’ecosistema più grande del Pianeta” dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace. “Le aziende hanno già trovato il modo per aggirare l’imminente proposta dell’ECHA sulle microplastiche solide ricorrendo alla plastica liquida o semisolida, continuando così a fare profitti a scapito del Pianeta”.
Proprio in questi giorni Greenpeace ha rilasciato il suo ultimo rapporto “Plastica liquida: l’ultimo trucco per avvelenare il nostro mare” il quale denuncia la presenza di componenti dei detersivi quali plastica liquida, semisolida o solubile nell’ambiente e nel mare, accompagnato dalla petizione FERMIAMO LE MICROPLASTICHE, sottoscrivibile a questo link, rivolta al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.