“Vi sono alcuni Paesi al mondo in cui la situazione è epidemicamente rilevante, c’è una grande circolazione di virus. Per cui è alta la probabilità che lo importiamo in Italia“, spiega Andreoni. Difendersi “non è semplice“: le persone infette “non sono arrivate solo da Dacca, ma in questi giorni anche dal Perù, dal Brasile, dagli Stati Uniti. Pensare che tutti coloro che arrivano poi rispettino la quarantena è oggettivamente complicato“.
Inoltre “c’è un altro argomento, a cui io non credo, però di cui dobbiamo tenere conto: c’è chi sostiene che in Italia circoli un virus meno patogeno, cosa che non condivido, però se fosse vero va detto che queste persone arrivano da zone in cui il virus ha ancora un alto tasso di letalità. Rischiamo di disperdere i sacrifici del lockdown“.