Prima uno strano sms sul cellulare, poi spariscono 2.400 euro: occhio alla truffa

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Negli ultimi anni sono stati numerosi i casi di truffe informatiche segnalati da Confconsumatori che riguardano possessori di carte e conti di varia tipologia. L’ultimo riguarda una Postepay. E’ stato registrato secondo quanto fa sapere l’associazione in una nota ai danni di una brindisina che, rispondendo a un messaggio da parte di un mittente che si spacciava per “Poste Italiane”, si è vista sottrarre i dati personali e più di 2.400 euro che aveva sul conto.

Le truffe informatiche non hanno accennato a placarsi, nemmeno durante il periodo di lockdown, quando tutto il Paese si è fermato per emergenza sanitaria da Covid-19. E’ proprio durante questo periodo di chiusura totale che una risparmiatrice di Brindisi, a fine aprile, ha ricevuto un sms sul numero di cellulare collegato alla sua carta Postepay Evolution in cui veniva invitata ad aggiornare i suoi dati personali per questioni di sicurezza e le venivano fornite le relative istruzioni da seguire.

Era un palese caso di phishing, truffa informatica effettuata inviando un’e-mail o un messaggio in cui si invita il destinatario a fornire dati riservati (numero di carta di credito, password di accesso al servizio di home banking, ecc.), motivando tale richiesta con ragioni di ordine tecnico.

Convinta che si trattasse davvero di un messaggio proveniente dal canale ufficiale di Poste, la signora ha seguito alla lettera tutte le indicazioni, inserendo i suoi dati sensibili, non accorgendosi che, invece, dall’altra parte c’era un pirata informatico che le stava rubando, oltre ai dati personali, anche i soldi sul suo conto. Solo qualche tempo dopo, in modo casuale, la consumatrice era venuta a conoscenza del prelievo non autorizzato di più di 2.400 euro sul suo conto corrente e si era immediatamente recata all’Ufficio postale per segnalarlo e bloccare la sua carta.

La risparmiatrice ha quindi deciso di rivolgersi a Confconsumatori per chiedere assistenza nella richiesta di rimborso a Poste Italiane. “La responsabilità è da ascrivere visibilmente all’Azienda – secondo quanto affermato l’Avvocato Alessandra Taccogna, responsabile di Confconsumatori comunale Bari Capurso Triggiano – e, precisamente, al sistema di sicurezza adottato che appare del tutto insufficiente.

A dimostrazione di questo, vi è il fatto che quello contestato non è l’unico episodio avvenuto ad oggi, in quanto diversi altri assistiti dall’associazione hanno subito la perdita di somme per gli stessi motivi”.

Ci sarà da attendere per capire quale possa essere l’esito finale della vicenda. L’Associazione ricorda a tutti i cittadini di prestare molta attenzione a sms ed e-mail che rimandano a link o invitano a inserire i propri dati; invita, inoltre, a segnalare la ricezione di messaggi sospetti ai canali ufficiali di Poste e agli sportelli territoriali dell’associazione.

Fonte Today.it

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