Il nostro Pater Familias vive il dramma di chi vorrebbe andare in vacanza e non sa dove. La famiglia è smaniosa di uscire dal lockdown, che resta una clausura ancorché ingentilita dall’onomatopeico inglese lock. Gli scienziati non espongono certezze, pongono interrogativi, il dubbio è il sale del dibattito accademico. Il cartesiano “cogito, ergo sum” si trasforma in “dubito, ergo sum”.
La radio trasmette la musica di Ennio Morricone. La trilogia del dollaro di Sergio Leone gli pare ispirata ai fumetti di Tex. Il nemico giurato del Ranger è Mefisto, poi rimpiazzato dal figlio Yama, due stregoni capaci di guardare il futuro attraverso la palla di vetro.
Il Pater Familias non ha la palla di vetro, prende la boccia del vino del contadino, la riempie d’acqua e l’agita manco fosse il decanter del rosso d’annata. Fra gli archetti appare la mappa dei paesi da considerare.
Austria. Il Cancelliere federale non gradisce gli italiani. Voleva dare la cittadinanza agli alto-atesini, ma solo perché parlano la stessa lingua. Si è rassegnato a liberare il Brennero su insistenza della Commissione europea che ha imposto l’apertura a tutti i paesi Schengen.
Belgio. Il paese accoglie tutti, gli italiani sono inseriti ai vari livelli. Non offre garanzie circa il clima. Il Pater ricorda quell’estate che atterrò a Zaventem in abito di lino e sottrasse la coperta all’albergo per proteggersi da freddo e pioggia. Il belga consapevole gira tutto l’anno in completi di lana, sono i suoi pneumatici “all season” da SUV.
Cina. Il virus di là è arrivato, non si capisce se da un laboratorio maldestro o dagli animali selvatici di cui i cinesi sono ghiotti. Un tempo il Pater avrebbe scelto Hong Kong per essere un ossimoro orientale – occidentale, ora però rischia di essere assimilato al continente, non ha più lo stesso fascino.
Egitto. I 50° a Assuan tramortiscono il virus e anche il Pater Familias. Hai voglia a dire che la notte rinfresca, stai sempre sui 35°. O giri nello scafandro condizionato o resti chiuso in albergo.
Francia. I francesi imitano gli italiani quanto gli italiani imitano i francesi. La rivalità è un destino. La Guida Michelin lesina le stelle ai nostri ristoranti mentre è di manica larga con i francesi. Il Pater Familias ama la buona tavola, non spende un sacco di soldi per mangiare il pesce “à la crème fraiche”. Il pesce va condito di profumo di mare.
Germania. La Cancelliera federale ci regala miliardi di euro per tirare avanti, ne darebbe altri in prestito con il MES. Ne diffidiamo: che siano condizionati a qualche nostro comportamento virtuoso? Ci vuole in buona forma, i bagni d’Ischia l’attendono.
Irlanda. Ora che il suo Ministro delle Finanze è divenuto Presidente dell’Eurogruppo, l’Irlanda è al centro del dibattito europeo. Il paese è lontano dalle rotte facili. Potrebbe andarci, il Pater Familias, basta adattarsi alla pioggerellina “all day long” e rimpiazzare lo spritz on the rocks con la birra tiepida.
Paesi Bassi. Ci andò dopo la maturità per l’iniziazione al fumo e agli spettacoli hot: il quartiere a luci rosse non sarà più quello d’una volta dopo il Me-Too. Il Primo Ministro condiziona i miliardi di cui sopra con l’abolizione di quota 100. Respingiamo il MES per timore della Troika ed ecco un altro che vuole insegnarci l’arte del risparmio. Il Museo Van Gogh è digitalizzato, lo ammiri da casa senza il fastidio di metterti in coda.
Russia. La sola certezza in un mondo cangiante. Il Presidente resterà tale fino al 2036. Il suo indice di popolarità sarà in ribasso, ma vuoi mettere la stabilità di Mosca rispetto alla mutevolezza di Roma.
Stati Uniti. Anthony Fauci ti dà fiducia per via di quel cognome italiano che rimanda ai nonni. Donald Trump nega i danni del virus mentre gli States sono i più infettati dopo Cina e Brasile. Una notizia liquida il dubbio: i voli diretti non sono operativi.
di Cosimo Risi