Non si tratta del primo caso di neonato contagiato dal virus alla nascita ma fino ad ora sono pochissimi i casi confermati di trasmissione da madre a figlio prima del parto.
“La ragione per cui questa trasmissione è poco documentata e ancora poco dimostrata è che c’è bisogno di molti campioni ed analisi”, ha spiegato il medico, aggiungendo: “C’è bisogno del sangue materno, del sangue del neonato, del sangue del cordone ombelicale, della placenta e del liquido amniotico ed inoltre è estremamente difficile ottenere tutti questi campioni durante una pandemia con emergenze tutt’intorno.
“Sfortunatamente non ci sono dubbi sulla trasmissione da madre a figlio in questo caso”, ha dichiarato il dottor De Luca. La madre di 23 anni era stata ricoverata in ospedale il 24 marzo scorso con febbre e tosse grave e si è rivelata positiva per Covid-19 poco dopo. Tre giorni dopo, il monitoraggio del bambino ha rivelato segni di sofferenza del piccolo e i medici hanno eseguito un taglio cesareo d’emergenza sottoponendo la madre ad anestesia generale. Il bambino è stato immediatamente messo in isolamento in un’unità di terapia intensiva neonatale e intubato.
Test successivi hanno confermato l’infezione da Covid-19 ma hanno escluso altre infezioni virali o batteriche. Test più approfonditi hanno rivelato che il virus si era diffuso dal sangue della madre alla placenta, dove si è replicato fino ad arrivare al bambino. I livelli più alti di virus sono stati trovati proprio nella placenta. I medici hanno visto nel neonato sintomi neurologici simili a quelli dei pazienti adulti e ritengono che potrebbero essere stati causati da un’infiammazione indotta dal virus
Il bambino è risultato positivo al virus fino a 18 giorni dopo il parto ma fortunatamente, dopo le cure del caso, ha iniziato a riprendersi. “Possiamo vedere il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. La cattiva notizia è che il virus attacca il bambino anche nel grembo materno causando i sintomi. La buona notizia è che i neonati reagiscono bene e con le cure possono guarire” ha ricordato De Luca
Altri casi caso analoghi con trasmissione del virus in placenta sono stati segnalati anche in Italia e in Texas. In quest’ultimo caso i ricercatori hanno esaminato la placenta, che mostrava segni di infiammazione, dopo i sintomi del neonato. Test più approfonditi hanno rilevato la presenza nella placenta sia delle particelle del virus, sia di una delle proteine fondamentali del virus che confermano che l’infezione è stata trasmessa durante la gravidanza e non durante o dopo il parto. Anche in questo caso il neonato si è ripreso dopo le cure in terapia intensiva.