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Covid, rivolta dei virologi: “Imbecille chi costringe giovani a non socializzare”

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L’emergenza Covid è finita? Oppure l’aumento di morti – 34.984. in totale in Italia e 578 mila nel mondo – è la dimostrazione che non dobbiamo abbassare la guardia? Solo ieri il direttore dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, si raccomandava con i giovani «di non creare mai più assembramenti per tutelare genitori e nonni» e oggi, nemmeno 24 ore dopo, il virologo Guido Silvestri, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta esclama su Facebook: «Solo dei completi imbecilli o dei fascisti del pensiero possono pensare che sia giusto ed onesto costringere i nostri giovani a non socializzare». Dunque? Cosa dobbiamo dire ai nostri figli? State attenti, indossate le mascherine, mantenete il distanziamento sociale oppure andatevi a divertire sereni?.

Molti virologi sono in rivolta. «Castrare la socialità dei giovani a tempo indeterminato è da imbecilli – sostiene Silvestri – solo perché politici senza visione ed esperti senza coraggio non si vogliono assumere la responsabilità di combattere una malattia non più nuova con interventi mirati ed usando le dovute risorse finanziarie e logistiche».

Ed è dello stesso avviso Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive dell’ospedale San Martino (Genova) e presidente della Società Italiana di Terapia Antinfettiva (Sita), che afferma:«I dati della Protezione civile confermano un trend positivo che ormai dura da più di due mesi. L’Italia non è in emergenza e dobbiamo finirla di dire che le cose vanno male.

Non stiamo riavendo nuovi casi, il bollettino conta i contagi con tamponi positivi che per il 95% non hanno sintomi e spesso, come nel Lazio, non riguardano italiani ma persone arrivate dall’estero. In Italia è stato fatto un grande lavoro mentre si continua a dire che la situazione peggiora. Se poi  si vuole continuare con l’emergenza perché questo istituto serve per assumere medici e comprare dispositivi questo è problema legislativo».

Già perché qualcosa effettivamente non quadra. Se davvero il peggio è passato perché si pensa di prolungare lo stato di emergenza? «In Italia non siamo ancora in un porto sicuro rispetto al coronavirus – avverte Roberto Speranza alla Camera, confermando la proroga fino al 31 luglio delle misure – obbligo di mascherina in primis – nel nuovo Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm).

Il rischio ora viene anche da cittadini provenienti da altri Paesi, spiega il ministro della Salute. Non esiste il rischio zero senza il vaccino, non dobbiamo sottovalutare la pandemia  la circolazione del virus accelera e non perde potenza». E la pensa così anche Domenico Arcuri, commissario straordinario per il potenziamento delle infrastrutture necessarie a far fronte all’emergenza Covid-19:

«La pandemia recede nel nostro Paese, ma non è finita. La pandemia finirà nel mondo quando miliardi di dosi di vaccino saranno disponibili e potranno essere somministrati ai cittadini del mondo che ne hanno bisogno».

E dunque dobbiamo preoccuparci di fronte alle immagini di spiagge affollate, piazze stracolme, mascherine dimenticate? Aumentano i casi importati dall’estero nel Lazio, nel Veneto. Il vaccino dovrebbe essere pronto entro un anno, massimo un anno e mezzo. E nel frattempo noi cosa dobbiamo pensare?

Fonte: IlMattino.it

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