Il tempo è quello incerto dei sacrifici di un’intera nazione, richiesti e rappresentati nei decreti, nelle autodichiarazioni, nelle limitazioni ai soli spostamenti strettamente necessari e giustificati da esigenze in grado di essere contemperate con il primario diritto alla salute.
Il tempo è quello delle fasi: uno, due, tre, rilancio.
Il luogo è quello negato. Sì! Per l’avvocatura salernitana il luogo è quello negato! Non si può andare in Tribunale: non si può accedere alle cancellerie, né agli uffici, non si possono tenere le udienze. A meno di non rispettare una serie di condizioni, termini, protocolli, decreti, avvisi, comunicazioni, turni, file…etc etc.
Un quadro di sofferenza, nella misura in cui rappresenta un tempo incerto in un luogo negato.
Eppure, l’avvocatura Salernitana, con il borbottio di chi sa che dovrà avere pazienza, al tempo del Covid, ha sempre ossequiosamente rispettato le regole, perché ha voluto svolgere la professione in sicurezza, propria ed altrui. Perché le limitazioni, le regole, gli imperativi erano giusti.
Questi i modi di una signora classe forense.
Oggi, ora, adesso gravemente stizzita, perché offesa.
E quindi oggi, ora, adesso fermamente denuncia. Denuncia l’intollerabilità alle limitazioni negli accessi ai luoghi di Giustizia (solo 60 “utenti” al giorno possono entrare in Cittadella Giudiziaria); all’assenza di sistemi informatici che consentano di continuare a svolgere la propria attività, tutelando la sicurezza di tutti; all’assenza di un tavolo di concertazione con gli altri operatori del diritto; agli ostacoli frapposti al dialogo di tutti per tutti.
Nel distretto a noi più prossimo, quello di Napoli, hanno adottato una piattaforma informatica per la prenotazione degli appuntamenti in tutte le cancellerie e Unep del Tribunale che non abbisogna dell’intervento dei cancellieri. È il sistema operativo stesso, infatti, a gestire le richieste dei colleghi, fornendo in tempi ridottissimi gli appuntamenti ed evitando di gravare sul personale di cancelleria. In tal modo si tutelano i cancellieri, soggetti fragili al Covid, che continuano a lavorare in smart working, ma si tutelano anche i colleghi, evitando che le file diventino pericolosi assembramenti.
Altra criticità è rappresentata dal numero di accessi consentito in Cittadella: sono, infatti, previsti solo 60 utenti al giorno. Utenti – si badi – e non avvocati. Vale a dire che non si fa distinzione fra questi ultimi ed il pubblico (i cittadini). Più che una limitazione, questa è non curanza. Insopportabile.
“La situazione è a dir poco insostenibile” – dichiara l’Avv. Francesca Di Renna, Segretario dell’A.N.F. Sindacato Forense di Salerno – “Molti colleghi si sono trovati a fare interminabili file per poi accedere in cancelleria e scoprire che l’addetto quel giorno non c’era. Anche presso l’ufficio del Giudice di Pace la situazione è inaccettabile: un collega ci ha manifestato che, recatosi alle 8,15 dinanzi l’Ufficio prendeva il numero 17 per accedere in cancelleria, ma alle ore 10.00 era appena entrato un collega con il numero 3. Per non parlare delle udienza a trattazione scritta le cui modalità cambiano a seconda del Magistrato. Noi di A.N.F. abbiamo inviato al Presidente del Tribunale una nota con le nostre proposte risolutive alla quale, però, non è stato dato alcun riscontro”.
Oggi, ora, adesso, seppur stizzita, questa signora Avvocatura è aperta al dialogo, fiduciosa che andrà tutto bene.
nella foto il segretario Anf Sindacato Forense di Salerno Francesca Di Renna