Fascismi, comunismi, sovranismi, populismi e ora anche i contagi “di ritorno” per dire che un ciclo di generale benessere si è chiuso e se ne è aperto un altro di generale malessere. Finito il ciclo espansivo inizia il ciclo recessivo, e non si tratta soltanto di un fatto economico.
È la storia, da sempre, dinamica dei fatti che si ripetono, del tempo circolare, dell’eterno ritorno dell’essere, della luce e della tenebre, del giorno e della notte. Guardando la “bella stagione” quest’anno abbiamo riscoperto quanto sia essa stessa simile a un inverno rigido in attesa di un autunno che si preannuncia generalmente irto di difficoltà senz’altro economiche e, ascoltando i lamenti delle prefiche moderne, attraverso i media, sanitarie. Ma la verità è piuttosto un’altra.
Esattamente come, dopo il terremoto dell’80 in Irpinia, il Covid porterà anche un effetto benefico e duraturo. Per ora, il messaggio è tuttavia già chiaro: dopo anni di PIL crescente, preparatevi a fare sacrifici! In questi 25/30 anni alcuni tra gli altri paesi europei, oggi detti “frugali”, si sono comportati d’inverno come formiche e d’estate come cicale.
Ma qui in Italia, no. Qui da noi, per chi abbia prestato attenzione in tutti questi anni, non è stato affatto difficile scorgere e soprattutto ascoltare le cicale frinire sempre, in ogni stagione. Ecco la novità di quest’estate, basta che vi guardiate intorno e prestiate ascolto: non si vedono e non si odono più cicale cantare! L’autunno si avvicina, tante piccolissime formiche crescono.
Angelo Giubileo
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