I ricercatori notavano che le persone con disturbo da stress post-traumatico mostravano una reazione delle pupille negli occhi diversa dalle persone che non soffrivano di questo disturbo o dalle persone che soffrivano di altre tipologie di traumi psicologici.
Nello specifico i ricercatori scoprivano che le pupille delle persone con detto disturbo diventavano più grandi in risposta agli stimoli causati dalle immagini.
In più scoprivano che questa reazione avveniva anche quando venivano presentate loro immagini “positive”, ossia immagini piacevoli, ad esempio scene sportive e gioiose.
Secondo Nicola Gray, ricercatore della Swansea University che ha redatto lo studio insieme a Robert Snowden dell’Università di Cardiff, si tratta di una scoperta importante perché potrebbe permettere agli operatori sanitari di utilizzare immagini positive nel corso delle sedute terapiche invece delle immagini negative, quelle che di solito si utilizzano per stimolare la reazione emozionale del paziente onde analizzarne e il livello di gravità in relazione al disturbo da stress post-traumatico.