Il blitz è una delle iniziative che gli attivisti e le attiviste del cigno verde hanno organizzato in vista della tappa campana della Goletta Verde 2020, che avrà luogo dal 5 al 10 agosto .
Quest’anno la Goletta, giunta alla sua 34esima edizione, non segue il classico itinerario coast to coast a bordo dell’imbarcazione, che si prende per la prima volta una piccola pausa nel rispetto delle restrizioni per il distanziamento fisico imposte dalla pandemia. Il viaggio ideale lungo la Penisola vive di una formula inedita, ma che ugualmente punta a non abbassare la guardia sulla qualità delle acque e sugli abusi che minacciano le coste.
Con lo stop alle attività produttive imposto dal lockdown il Sarno si è mostrato meno sofferente, riducendo il carico di inquinamento chimico apportato nel Golfo di Napoli, ma non si può ignorare l’inquinamento derivante dalla mancanza delle reti fognarie e dei collettamenti agli impianti di depurazione, così come i rapporti dell’Arpac anche recentemente hanno evidenziato.
Così come non si può dimenticare il monitoraggio scientifico di Goletta Verde per ben dieci anni consecutivi ha attestato le gravi condizioni del fiume, giudicando “fortemente inquinati” i campioni effettuati alla foce tra i comuni di Castellammare di Stabia e Torre Annunziata (Napoli). Si deve agire subito, insomma, perché le infrazioni comunitarie assorbono risorse e il tempo dell’attesa è finito.
Non è auspicabile solo il completamento delle infrastrutture necessarie, ma anche la lotta agli ecocriminali. Nonostante le frequenti attività investigative e gli sforzi messi in atto dalle forze dell’ordine, infatti, chi aggredisce il fiume agisce ancora sottovalutando i rischi sanitari, generando importanti danni economici per la comunità.
“Il bacino idrografico del fiume Sarno è un’area densamente abitata – dichiara Antonio Giannattasio, segreteria regionale Legambiente – ricca di eccellenze industriali ed agricole che devono avere da subito come mission la riconversione green perché diventino parte del racconto della rivoluzione ecologica auspicata.
Il nostro blitz ha rappresentato proprio questa richiesta di cambiamento, affinché la vergogna di decenni finisca e si ristabilisca la giusta dignità per l’ambiente e per la popolazione attraverso l’ecogiustizia. Sono le medesime richieste del crescente movimento civico, nato durante il lockdown, che sta animando il territorio del bacino del Sarno con una rete che di associazioni, comitati e cittadini dei 39 comuni interessati, per chiedere di ristabilire gli equilibri ambientali e sociali”.
Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali- denuncia Legambiente- che spesso troviamo sulle nostre spiagge rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. Le località costiere, inoltre, spesso pagano problematiche che si estendono fino ai comuni dell’entroterra. La denuncia sulle carenze depurative da parte di Legambiente vuole provare a superare questo deficit cronico, anche per tutelare il turismo e le eccellenze dei territori.
Nei prossimi giorni un team di tecnici e volontari dell’associazione effettueranno i campionamenti e analisi microbiologiche sulle coste della Campania. L’ufficio scientifico di Legambiente si è occupato della loro formazione e del loro coordinamento, individuando laboratori certificati sul territorio.
Sono infatti citizen science e territorialità le parole chiave che coinvolgono centinaia di volontarie e volontari già al lavoro per raccogliere campioni di acqua e scovare le situazioni più critiche di inquinamento legate alla cattiva depurazione dei reflui. I risultati delle analisi sulla qualità delle acque in Campania verranno presentati il prossimo 10 agosto.