Il 25 giugno scorso il commercialista cosentino (che lavorava anche come consulente tecnico d’ufficio) è stato arrestato dal Nucleo di Polizia Economica-Finanziaria della Guardia di Finanza di Crotone, in collaborazione con lo Scico di Roma, con l’accusa di corruzione in atti giudiziari con l’aggravante del metodo mafioso. Per l’accusa, Schiavone, insieme ad altri soggetti, avrebbe agito per corrompere l’ex presidente della seconda sezione della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini, arrestato il 15 gennaio scorso, allo scopo di ottenere una sentenza favorevole alla restituzione dell’ingente patrimonio sequestrato nel 2018 nei confronti di Antonio Saraco e dei suoi familiari. Quest’ultimo era stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro denominata “Itaca Free Boat”, con l’accusa di fare parte della consorteria di ‘ndrangheta denominata “Gallace-Gallelli-Saraco”. L’arresto era stato ordinato dal gip di Salerno, su richiesta della Procura campana, perché si riteneva sussistente il percolo di reiterazione del reato e inquinamento probatorio.