Nei confronti dell’imprenditore sono stati disposti gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, mentre per gli altri due è stata disposta la sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici. I capi di accusa nei confronti dei tre sono di corruzione, truffa aggravata e abuso d’ufficio.
L’indagine, avviata l’estate scorsa, trae origine dall’anomala presenza all’interno del cimitero di Battipaglia dell’imprenditore, soggetto già gravato da una condanna per 416 bis nel 2008, in quanto ritenuto vicino al clan camorristico “Giffoni – Noschese”. In particolare, ha destato sospetto il fatto che l’uomo eseguisse la quasi totalità delle operazioni di polizia mortuaria, fuori dai formali circuiti amministrativi dell’ente locale.
Le indagini hanno portato alla luce un patto tra pubblici funzionari ed imprenditore ai danni del Comune di Battipaglia e dei privati cittadini, indotti con l’inganno a versare somme di denaro per ottenere i servizi cimiteriali. Presso il Cimitero di Battipaglia, oltre ai due dipendenti, vi erano degli operai abilitati a svolgere le operazioni di polizia mortuaria, di fatto inutilizzati.
Per legge però nessuna ditta privata poteva infatti sostituirsi agli operai. Il “danno” per le casse comunali era peraltro doppio: è stato, infatti, accertato che il materiale edile usato dall’imprenditore per i lavori cimiteriali era preventivamente acquistato dal Comune, quindi pagato dai contribuenti a monte.
Le indagini condotte dai Carabinieri hanno svelato come i due impiegati comunali sospesi intascassero direttamente i soldi da parte di privati cittadini che convinti di una temporanea indisponibilità di mezzi e dipendenti comunali, pagavano il privato che di fatto agiva all’interno degli uffici comunali del cimitero come dirigente e coordinatore dei lavori.
Tra le misure irrogate, vi è anche il sequestro preventivo “per equivalente” di somme di denaro, ovvero di beni mobili ed immobili appartenenti agli indagati fino a concorrenza degli importi costituenti il documentato profitto dei reati, ammontante a 25mila euro circa.
Perché vi astenete a mettere i nominativi di certi gentiluomini?