Per la Consulta, infatti, è irragionevole il requisito anagrafico stabilito dalla legge: non è logico rimandare il cosiddetto “incremento al milione” dal momento che le minorazioni psico-fisiche non dipendono dall’invecchiamento ma derivano a monte da una condizione patologica intrinseca. Peraltro, quando si tratta di diritti incompressibili della persona non sussiste alcun vincolo di bilancio.
A stabilirlo la sentenza 152/20, pubblicata il 20 luglio dalla Corte costituzionale. Nella fattispecie, la Consulta ha dichiarato illegittimo l’articolo 38, comma quarto, della legge 448/01 laddove stabiliva che i benefici incrementativi spettanti agli invalidi civili totali sono concessi ai soggetti di età pari o superiore a sessant’anni, invece ai soggetti di età superiore a diciotto.
E ciò perché le minorazioni portate dall’invalidità totale non sono diverse nella fascia anagrafica tra diciotto e cinquantanove anni (laddove con la maggiore età sorge il diritto alla pensione) e dopo i sessant’anni: la condizione dell’interessato dipende dalla menomazione pregressa e non dal superamento di determinate soglie anagrafiche.
Il caso approdato innanzi ai giudici di Palazzo della Consulta riguardava una persona affetta da tetraplegia spastica neonatale, incapace non solo di svolgere i più elementari atti quotidiani della vita – come lavarsi, vestirsi, alimentarsi – ma anche di comunicare con l’esterno.
Infine: l’importo mensile della pensione di inabilità spettante agli invalidi civili totali, pari a 286,81 euro, «è innegabilmente, e manifestamente, insufficiente» ad assicurare agli interessati il «minimo vitale», ma il suo adeguamento rientra nella discrezionalità del legislatore che dopo la decisione in commento e con il Decreto Rilancio approvato definitivamente dal Senato ha reso ufficiale l’aumento della pensione di invalidità 2020 che raddoppierà quasi arrivando ai 516 euro mensili.
Il tanto atteso aumento delle pensioni per i soli invalidi civili totali, ossia con il cd “100 %”, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dovrebbe entrare in vigore il mese successivo all’approvazione del decreto Rilancio, quindi a partire dal 1 agosto 2020.
È comprensibile che l’INPS per l’imminente scadenza non sarà già pronto per l’inizio di agosto, per le inevitabili procedure necessarie per l’aggiornamento dei sistemi informatici. In concreto, quindi, l’aumento delle pensioni di invalidità arriverà a partire dal 1 settembre 2020. Quasi certamente, nei prossimi giorni è attesa la circolare informativa INPS che decreterà esattamente quando questa cifra sarà liquidata agli aventi diritto e a chi sarà rivolta.
Scrivete aumento a 651€,sul titolo.
Poi 516€,quale dei 2?
Grazie.