L’Abbac esprime perplessità per la gestione di un caso avvenuto l’altro giorno presso gli Scavi di Ercolano. “E’ ancora traumatizzata la turista che a suo dire si è vista trattare in male modo agli Scavi di Ercolano e dalla polizia locale di Massa Lubrense.
Secondo la sua versione, all’ingresso del sito archeologico, alla donna sarebbe stata rilevata una temperatura di 37 gradi. Questo avrebbe fatto scattare la reazione del personale del sito archeologico che dopo averla identificata e chiesto dove alloggiasse, le avrebbe vietato l’ingresso. Forse per problemi di comprensione linguistica, la donna si è allontanata ma per il personale sarebbe scappata, e facendo scattare un allarmistico scambio di telefonate con il Comune di Massa Lubrense e le autorità sanitarie che si sarebbero recate nella struttura ricettiva extralberghiera, associata all’Abbac.
Ne sarebbe emerso poi un test con tampone, che stando a quanto riferito in queste ore avrebbe dato esito negativo. Ma la gestione del caso è apparsa allarmistica tanto da porre in agitazione la donna e la gestione della struttura ricettiva.
L’Abbac chiede alla Regione e agli enti incaricati di avviare una maggiore sinergia formativa e di affiancamento, l’ordinanza e il protocollo non sono sufficienti per consentire di gestire dei casi che potrebbero esserci considerato la riapertura di molte rotte internazionali e con il timidissimo riavvio dei flussi turistici sul territorio.
“Auspichiamo maggiore cautela e acquisizione di competenze professionali degli addetti al controllo sia operatori culturali che dei gestori delle strutture ricettive – dichiara il presidente Abbac Agostino Ingenito – Siamo convinti della buona fede di tutte le persone coinvolte, forse impreparate rispetto ad un possibile caso. Servono strumenti più idonei per gestire queste fasi che come in questo caso sono apparse troppo allarmistiche determinando anche problematiche sui territori. La Regione inoltre, a seguito dll’ordinanza di riapertura, non ha ancora chiarito le modalità di gestione di isolamenti fiduciari e quarantene che resterebbero in capo alle strutture ricettive mentre auspichiamo che sia l’ente locale ad occuparsi di questi casi ed eviti ulteriori responsabilità ai gestori”.