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Covid, l’amarezza di Ascierto: “I media non valorizzano noi ricercatori del Sud”
11 Commenti
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Essere meridionalisti non significa essere vittimisti. Noi, con questo piagnisteo continuo, rimaniamo vittime di noi stessi. 400 anni di Regno di Napoli e non siamo stati capaci di far nascere un minimo di senso della Cosa Pubblica, un’ ombra di mentalità moderna e uno straccio d’identità nazionale meridionale. Questa è la realtà. Il Meridione d’Italia è un aborto, con tutto il rispetto per le tesi di Pino Aprile.
Noi?… Il migliore è uno solo il dottore Luigi Greco
Noi… Uno è il migliore Luigi Greco
Noi Meridionali abbiamo grandi colpe e grandi opportunità perse nel passato,non possiamo arrenderci con il nostro vittimismo e pessimismo.Dobbiamo reagire senza fermarci all’orinzonte,ma esplorare l’infinito.Salvini è un grande stimolo che scuote tutto il Sud dove sta emergendo una nuova generazione Meritocratica positiva e competitiva.QUESTA SARà LA NUOVA RIVOLUZIONE CHE FARà EMERGERE IL PROFONDO SUD.
Se non imparate a fare turismo …..rapporto costi/servizi , professionalità nell’accoglienza dei turisti ….non vi salva nessuno ne De Luca ne Salvini ….ancora che aspettate il messia?
Iniziate a cambiare la mentalità….
x14:45
Tu non sei meridionale ma solo uno sfasulato, tornatene nella tua terra permanentemente immersa nella nebbia e nella diossina.
Diciamocelo, a noi meridionali questa unità d’Italia non è che ci abbia giovato, ma la storia è stata scritta ed Amen.
Esiste tutt’oggi un incontestabile pregiudizio storico da parte dei settentrionali nei nostri confronti che però non abbiamo combattuto e che anzi, in molti casi lo abbiamo anche alimentato.
Uscire dalla mentalità assistenzialista e traffichina richiede uno sforzo culturale titanico e sarebbe più che giusto che le menti brillanti (vedi Ascierto) del mezzogiorno vengano valorizzate al pari di quelle del Nord, scrostando quella patina di vittimismo e di ridicola auto referenzialità pulcinellesca del “O’ Sole, o Mare e pizza, Napule è a meglio, sapimm campà” su cui tanto ci piace crogiolarci.
Molti media nazionali hanno trattato con sufficienza (se non proprio taciuto) Ascierto, il Prof. Galli di Milano ha addirittura tentato di arrogarsi il primato della sua ricerca sul Tocilizumab.
Dovremmo avere un pò di amor proprio cominciando ad avere fiducia in noi stessi, sulle nostre capacità, sulla nostra gente, pubblicizzarle e non farci scoraggiare dai pregiudizi che tanto vorrebbero un Sud eternamente sottomesso, sottosviluppato o ridotto a mera depandance per le vacanze del ricco Nord. Le eccellenze umane le abbiamo anche noi, ma se siamo i primi ad avere un complesso di sudditanza nei confronti dei fratelli settentrionali, le cose non cambieranno mai, saremo sempre la patria di Gomorra, dei parcheggiatori abusivi e dei fannulloni….e state pur tranquilli che i soldi e gli investimenti arriveranno se e quando il capitale umano, supportato da una nuova coscienza civile, si dimostrerà valido.
Ma c’è ancora chi parla di meridionalismo? Federico II è stato l’unico a cercare di rendere questa massa oscena e mal amalgamata di genti greche e afro – levantine qualcosa che somigliasse a un popolo. Da allora abbiamo prodotto solo pizzaioli, camerieri, malavitosi, guitti e suonatori di mandolino. Ogni tanto, per la legge dei grandi numeri, è spuntato fuori qualcuno che ci consentisse di vergognarci un po’ meno di quanto dovremmo. Ma si è trattato di casi isolati che ormai da tempo non si verificano più.
x Golem
Complimenti,la sua è una analisi perfetta e obiettiva,il suo contributo critico aiuta a far emergere il Sud Meritocratico.COMPLIMENTI
Lei è il solito SPISELLATO rozzo ed emarginato che vive di reddito di povertà.Si alzi al mattino e vada in campagna a raccogliere ortaggi, cetrioli,banane e carote.Aviserò De Luca che il tuo voto non serve sei uno strisciante in vendita
Purtroppo al Sud, oltre al degrado sociale, è presente un elevato tasso di degrado morale.
Mancanza di professionalità, mancanza di voglia di lavorare e di sacrificarsi, continua richiesta di assistenzialismo, clientelismo diffuso, politica politicante.