Le indagini riguardano reati commessi a partire dal 2017 in quella che sembra essere una caserma degli orrori. Tra le ipotesi d’accusa, anche certificazioni fornite da un carabiniere in modo da consentire a spacciatori piacentini di raggiungere Milano per rifornirsi di droga durante il lockdown. Lo scrive Il Corriere.it
Oltre ai carabinieri, sono state arrestate altre 12 persone. Al centro di quello che pare più un romanzo noir che una vicenda reale, come dice il gip Milani che ha ordinato gli arresti, c’è la caserma Levante dei carabinieri. Tra i vari episodi ci sono pestaggi, appropriazione di droga, il pestaggio di un cittadino arrestato ingiustamente e accusato di spaccio di droga attraverso prove false, costruite ad arte per poter giustificare l’arresto. L’inchiesta nasce dalla segnalazione di un ufficiale dei carabinieri che ha lavorato a Piacenza.
«Atteggiamento in stile Gomorra»
«Faccio un po’ fatica a definire questi soggetti dei carabinieri. Non c’è stato nulla o quasi nulla di lecito, per quello che abbiamo potuto percepire», ha detto la procuratrice capo di Piacenza,Grazia Pradella, in conferenza stampa, nell’illustrare l’indagine. Secondo gli accertamenti della procura piacentina, «solo un militare» della caserma sotto inchiesta non sarebbe «allo stato» coinvolto.
«I fatti sono di estrema gravità ma non intaccano la fiducia che la procura della Repubblica di Piacenza ha nei confronti dell’Arma dei carabinieri», ha aggiunto. «Quello che la procura deve chiedersi e che deve chiedersi anche l’Arma è come sia stato possibile che un appuntato dei carabinieri con un atteggiamento in stile Gomorra abbia acquisito tutto questo potere».
Le intercettazioni: «Siamo irraggiungibili»
«Ho fatto un’associazione a delinquere ragazzi (…) abbiamo fatto una piramide: sopra ci stiamo io, tu e lui… ok? (…) siamo irraggiungibili» dice uno degli arrestati in una conversazione in auto spiegando anche il loro modo di agire: «Questa persona qua va tutti da questi gli spacciatori e gli dice (…) “Guarda, da oggi in poi, se vuoi vendere la roba… vendi questa qua, altrimenti non lavori!” e la roba gliela diamo noi! (…) quindi è una catena che a noi arriveranno mai!!».
Sono circa 75 mila le conversazioni telefoniche, ambientali e i flussi di comunicazioni telematiche captati e analizzati dagli inquirenti. «Hai presente Gomorra? (…) guarda che è stato uguale (…) Tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato», racconta uno dei civili arrestati in una conversazione telefonica con uno dei carabinieri coinvolti nell’operazione, mentre discutono di un’estorsione finalizzata all’ottenimento di un’autovettura del febbraio scorso.
VIDEO DA YOUTUBE
Un’offesa alla divisa ed a tanti militari che rischiano la vita ogni giorno facendo il proprio dovere.
e qui Formisano mi è piaciuto
Ci vorrebbe una ferrea selezione, invece di prendere cani e porci
Formisano sei comico :-))
Non è un caso isolato. ieri 24 luglio: bari arrestato maresciallo carabinieri per reati gravi. Rinvio a giudizio ex comandante stazione Arce e altri militari per i fatti omicidio Mollicone……… e mi fermo qua.
Selezione come ai vecchi tempi.