Si teme appunto un pericoloso ritorno del Coronavirus dopo gli allentamenti concessi a inizio maggio. La tesi sostenuta da Massimo Galli è chiara e non lascia spazio a libere interpretazioni: “Il grosso del ‘guaio’ nell’emergenza Covid, lo ha fatto il ceppo che arrivava dalla Germania”. Il direttore del reparto Malattie infettive del Sacco di Milano da mesi sta studiando l’origine del Covid-19 in Italia in sinergia con lo Scire (Sars Cov2 initiative research enterprise), un gruppo di studio composto da 22 centri di ricerca italiani.
Nella serata di martedì l’infettivologo, intervenuto a Cartabianca, ha rivelato che a Padova sarebbe stata isolata una sequenza del Coronavirus non legata al ceppo tedesco ma che sarebbe vagamente simile a quella dei due coniugi cinesi curati al Centro Spallanzani di Roma: “Purtroppo noi non avremo mai la certezza assoluta che il ceppo che ha dato il via all’epidemia Covid in Italia sia quello tedesco.
Ma che in Europa siano arrivati due ceppi molto simili, entrambi da Shangai, è davvero molto improbabile”. Ecco perché non si può escludere in alcun modo che in Italia possano essere presenti altri ceppi che però, almeno per il momento, non hanno causato la stessa situazione drammatica di quello che è arrivato dalla Germania.
Nell’intervista rilasciata a La Stampa, Galli ha spiegato come si è arrivati a isolare questo secondo ceppo del virus: “Stavamo lavorando su 59 sequenze che sono tutte risalenti alla prima fase epidemica in Italia. Sequenze prelevate soprattutto nelle prime settimane di diffusione, tant’è che tutte queste, tranne una, sono imparentate tra loro. E ci dicono, queste 58 sequenze, che il grosso dell’infezione italiana viene dalla stessa fonte, che è verosimilmente quella tedesca”.
La 59esima è quella di un signore padovano “di una certa età” – abitudinario e dunque senza alcun contatto né con viaggiatori che arrivavano dalla Cina né con cinesi – ricoverato alle Malattie infettive del Policlinico di Padova: “È emerso che aveva un virus diverso da quello delle altre sequenze. Diverso, ma vagamente somigliante a quello dei due cinesi di Wuhan ricoverati allo Spallanzani di Roma”.
Eppure, stando alle ricostruzioni dei mesi scorsi, la coppia sarebbe sbarcata a Malpensa per poi dirigersi a Roma. Allora come ci si può spiegare questa paradossale situazione? L’esperto ha parlato di quella che chiama “l’ipotesi della banalità”, cioè della possibilità che in questi mesi sia stato presente più di un ceppo, ma quello isolato su Padova non sia stato altrettanto contagioso e diffuso come quello arrivato dalla Germania.
“In questi casi l’unica cosa che possiamo fare è lavorare molto, studiare molto e non innamorarci delle ipotesi altrimenti rischiamo di prenderecantonate”, ha aggiunto. Infine Galli ha preso posizione anche sul tema di una possibile seconda ondata che si potrebbe presentare in autunno: “Sono venuti fuori una serie di focolai che dimostrano che in realtà non si è indebolito per niente. L’autunno è lontano e non so cosa capiterà, di certo però dobbiamo essere preparati a qualunque evenienza”.