Questo strumento sarà utile, in caso di fenomeni di inquinamento che dovessero interessare le acque di balneazione, principalmente alle amministrazioni comunali, ma anche ai gestori degli impianti di depurazione, che potranno avere un quadro più chiaro e immediato delle possibili cause di contaminazione presenti nell’area e adottare le necessarie misure di rimozione.
Il database georeferenziato, curato dalla UO Mare dell’Agenzia diretta da Lucio De Maio, con il coordinamento del referente tematico Elena Piscitelli e il supporto dei dipartimenti delle province costiere, contiene sia la localizzazione che la caratterizzazione degli scarichi. Questi sono stati suddivisi in dieci categorie contraddistinte da una scala di colori, dal rosso al grigio, che ne indica i decrescenti livelli di impatto. Sono stati censiti, in particolare, gli scarichi privi di depurazione lungo la costa, gli scarichi privi di depurazione convogliati in condotte sottomarine, gli scarichi di impianti di depurazione costiera, gli scarichi di impianti di depurazione convogliati in condotte sottomarine, i tubi di troppo pieno di collettori fognari e di impianti di sollevamento, le foci dei corsi d’acqua e gli apporti pluviali.
I dati sono implementati in un Sistema informativo territoriale e pubblicati su una mappa interattiva sul sito Arpac all’indirizzo https://www.arpacampania.it/web/guest/1612 . Le informazioni, che attualmente rispecchiano la situazione a maggio 2020, saranno periodicamente aggiornate. Sul sito del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente [https://www.snpambiente.it/2020/07/27/on-line-il-censimento-degli-scarichi-costieri-in-campania/ ] è stato pubblicato un articolo che delinea con ulteriori dettagli il quadro dei risultati riscontrati.
«Si tratta di un lavoro», spiega il direttore generale Arpac Stefano Sorvino, «che ha una finalità non soltanto conoscitiva. In realtà l’Agenzia, durante la consueta campagna di monitoraggio condotta nel corso della stagione balneare, riscontra talvolta fenomeni, anche temporanei, di inquinamento che interessano le acque di balneazione e ne condizionano la fruibilità. In un’ottica di collaborazione tra enti, la mappatura degli scarichi permette di risalire più agevolmente alle possibili cause di contaminazione e di intervenire rapidamente per superarle».