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Corte d’Appello condanna il Comune di Sarno per attività antisindacale

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Il Comune di Sarno, mediante Deliberazione della Giunta Municipale n. 113 del 04.07.2017 approvava la nuova dotazione organica ed il nuovo assetto organizzativo dell’Ente, senza fornire alcuna informativa preventiva così come previsto dalle norme di legge e contrattuali in materia.

Tale nuova dotazione organica andava a ridisegnare tutta l’organizzazione strutturale dell’Ente (nuove Aree, nuovi Settori, nuovi Uffici) e, a seguito di denuncia di comportamento antisindacale da parte di CGIL FP CISL FP e UIL FP, il Giudice del Lavoro presso il Tribunale di Nocera Inferiore, sia in fase sommaria che in fase di opposizione, ordinava al Comune di Sarno, in persona del Sindaco, “[…] la cessazione della condotta antisindacale e la rimozione degli atti e degli effetti […]”, con conseguenti condanne al pagamento delle spese e competenze legali.

Avverso la detta sentenza del Tribunale di Nocera Inferiore, il Comune di Sarno proponeva gravame e la Corte d’Appello di Salerno – Sezione Lavoro, con sentenza del 23.07.2020 confermava la condotta antisindacale tenuta dall’Ente, chiarendo che “[…] a fronte di modifiche strutturali e organizzative cosi incisive nell’ambito dell’organigramma del Comune appare necessaria la preventiva informazione degli organismi sindacali al fine di consentire l’esercizio di tutte le prerogative previste per la tutela dei diritti dei dipendenti e del rispetto delle norme di legge e contrattuali. […]”.

La Corte adìta, dunque, ha confermato la tesi sostenuta dalle Organizzazioni sindacali e sottoposta al suo vaglio per la fattispecie in esame dal legale della Cisl FP avv. Gaetano Galotto, secondo il quale le stesse, in mancanza di informativa preventiva, non venivano messe in condizione di esercitare le proprie prerogative a tutela dei diritti di tutti i dipendenti nonché di garantire il rispetto delle norme di legge e contrattuali.

Una vittoria importante per la Cgil FP Cisl FP e Uil FPL dei Segretari Generali Capezzuto Antonio, Pietro Antonacchio e Donato Salvato che da molti anni si battono nelle diverse sedi al fine di richiedere la suddetta corretta applicazione dell’istituto dell’informativa preventiva al fine di consentire la partecipazione effettiva del sindacato e di porre le basi per la successiva fase di confronto.  

“Spiace dover constatare che basilari diritti sindacali debbano essere sottoposti al vaglio della Magistratura del Lavoro per ben tre gradi di giudizio. Il tutto con un ingiustificato aggravio di spese legali sia per la difesa dell’Ente che per la condanna a quelle sostenute dalle controparti a danno della collettività – concludono Capezzuto, Antonacchio e Salvato – con l’augurio che la si smetta di gravare sulla comunità nel mentre si potrebbero realizzare quei soldi per il miglioramento  dei servizi e per la realizzazione di opere utili al benessere della cittadina”.

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