La frana, fortunatamente, non ha provocato feriti tra le persone che si trovavano in spiaggia: il crollo, infatti, è avvenuto in un tratto nel quale era già stata installata una rete di protezione che, probabilmente, ha contenuto la caduta dei massi più grandi.
La frana ha comunque provocato una nuvola di polvere che ha provocato apprensione tra i bagnanti. Da mare è intervenuto un gommone della Capitaneria di Porto di Amalfi, mentre da terra sono intervenute le pattuglie di polizia locale e Guardia Costiera. Adesso si attende l’arrivo del geologo che aveva già effettuato una perizia su quel costone prima dell’inizio della stagione turistica.
Soltanto dopo il sopralluogo dell’esperto si valuterà il da farsi. L’episodio di questo pomeriggio, in ogni caso, conferma la fragilità della Costiera Amalfitana. Soltanto due giorni fa, infatti, si era verificata un’altra frana in località Laurito, tra Positano e Praiano.
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E meno male che aveva fatto una perizia ad inizio stagione?. Adesso lo richiamano per effettuare un altro sopralluogo. Poveri noi.
Non è delegabile a un singolo professionista una simile responsabilità! Occorre, come detto altrove, una task force costituita da più figure, fra cui geologi. Come può mai operare un tecnico, da solo, difronte a fenomeni simili? Pur avvalendosi di rocciatori o ditte specializzate per la messa in sicurezza di costoni. Sapete cosa significa se un geologo, da solo, relazionasse che un’attività tipo quella di Conca è a rischio reale di frana e quindi deve sgomberare? E, soprattutto, come può mai fronteggiare un singolo tecnico le responsabilità in caso di perdite di vite umane? Per cosa, poi? Per poche migliaia di euro, che in caso di perdita di vite umane non c’è onorario o assicurazione che tenga. Ma siamo in Italia e l’importante è avere il capro espiatorio su cui scagliarsi