Nello specifico, il ragazzo si trovava a cena con due amici a un ristorante di Tivoli. A fine pasto però la bravata: i tre non hanno intenzione di pagare il conto, e parte così un alterco con i camerieri. Le discussioni si fanno sempre più accese, e la situazione inizia a degenerare. Da qui la decisione del giovane di fuggire: scappando però, mentre scavalca una recinzione, rimane trafitto in uno spuntone di ferro.
Tra il dolore lancinante e l’impossibilità di muoversi, i camerieri del ristorante aiutano il 23enne infilzato in una gamba, che viene prontamente portato in ospedale. Mentre i due amici vengono arrestati dai carabinieri, i sanitari del pronto soccorso dell’Ospedale di Tivoli curano le ferite al ragazzo e lo lasciano andare: 10 giorni di prognosi. Tuttavia, nelle 24 ore successive, le condizioni del giovane peggiorano sensibilmente, e perciò i famigliari lo portano all’ospedale San Camillo di Roma.
Ma niente da fare, il giorno successivo il giovane perde la vita a causa di una setticemia. Tuttavia sui tragici fatti, gli inquirenti sospettando un nuovo caso di malasanità, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, hanno aperta un’inchiesta con l’accusa di omicidio colposo.