Il super ricco più sconosciuto d’Italia – come scrive Emilano Amato su IlVescovado -preferisce non recarsi allo stadio e seguire le sorti della sua squadra – certa di disputare i play-off promozione da posizione privilegiata – nella sua cabina armatoriale sull’upper deck con una spettacolare vista a 180 gradi, proiettata sullo schermo dell’area cinema con 14 posti, piscine e Spa.
Poi, se dovesse cambiare idea last minute, potrà tranquillamente fare rotta al Marina d’Arechi e dover soltanto attraversare la litoranea.
Il patron della Pro Recco Waterpolo, la Juventus della pallanuoto italiana che quest’anno ha conquistato il 33esimo scudetto della sua storia, sa bene che stasera la Salernitana venderà cara la pelle: gli uomini di Ventura dovranno vincere per avere accesso ai play-off dagli ultimi posti utili, mentre lo Spezia vorrà consolidare il terzo posto in classifica (il miglior piazzamento della sua storia) per evitare il primo turno dei play-off.
Volpi è un habituè della Costiera Amalfitana e fino a qualche anno fa possedeva una lussuosa villa con vista sul mare a Furore. Conserva forti legami di amicizia ad Amalfi con i fratelli Pisani del celebre ristorante Lido Azzurro dov’è stato avvistato proprio ieri sera.
Ma chi è Gabriele Volpi?
In sintesi è “il Roman Abramovic italiano”, così definito qualche anno fa dal settimanale economico “Il Mondo”. Come l’oligarca russo proprietario del Chelsea, anche lui deve il suo patrimonio all’oro nero. E malgrado il calo repentini del prezzo del petrolio non è che se la passi male. In Nigeria la sua azienda – l’Intels – ha praticamente il monopolio della logistica petrolifera, con un giro d’affari di quasi 1,5 miliardi di dollari all’anno.
Nel 2000 rileva la Pro Recco dove aveva giocato da ragazzo: in vent’anni ha vinto 15 campionati (14 di fila), 13 Coppe Italia (7 di fila), 6 Champions League, 6 Supercoppe LEN e 1 Lega Adriatica.
Nel 2008 diventa proprietario anche dello Spezia Calcio, che porta dalla Serie D alla Serie B, ripianando debiti per più di 40 milioni di euro.
Fino a qualche anno fa, Volpi in Italia veniva solo a spendere. In vacanze, immobili di lusso, o in squadre sportive. Diversi anni fa Volpi offrì 13 milioni di euro per l’acquisto dell’hotel Palumbo di Ravello, ma l’offerta non venne ritenuta congrua dalla proprietà (lo scorso anno è stato battuto all’asta fallimentare per poco più di 5 milioni).
Volpi è l’italiano più ricco d’Africa. O se si preferisce, essendo lui uno dei pochi europei ad avere ottenuto la cittadinanza locale, il nigeriano più facoltoso d’Italia. La sua attività in Nigeria inizia nella seconda metà degli anni 70. Poi, nel 1981 entra nel settore della logistica petrolifera.
Nell’intervista al settimanale economico Il Mondo, ha spiegato di essersi “adoperato” per avere concessioni per svolgere attività di supporto alle perforazioni petrolifere offshore (a 3mila metri dalla costa). E di averle ottenute. Da qui il successo della sua Intels, che «è decollata in virtù di quell’intuizione fortunata. Oltre che, ovviamente, della nostra capacità di svilupparla».
Insomma, intuizione, fortuna e capacità. Questi, a suo dire, i tre ingredienti del successo da lui ottenuto. Come nella più classica storia dell’uomo fattosi da sé.