Abbiamo appreso, in un secondo momento, che dietro quelle immagini non ci sono sempre e solo soggetti che smaltiscono l’ultima sbornia o venditori ambulanti abusivi ma c’è anche il dolore e la disperazione di chi un tetto lo aveva ed ora non ce l’ha o non può permetterselo.
Una scena difficile da lasciarsi alle spalle qualcuno dorme in strada da mesi probabilmente e non ha un altro posto dove stare. Non siamo nella periferia di una grande città – che nemmeno vorremmo ridotta così – ma al centro di Salerno. La questione è stata sollevata da un gruppo di giovani volenterosi e solidali che si ritrovano sotto il nome di La Brigata – Unità di strada .
“La brigata” è un gruppo di giovani ragazzi e ragazze volontari che, ogni sabato, scendono in strada per portare cibo, bevande, vestiti e beni di prima necessità ai senza fissa dimora della città di Salerno. Con un piccolo contributo settimanale di ognuno di noi, abbiamo fatto sì che questo progetto diventasse realtà solida e continuasse a mettere radici nelle coscienze dei più.
Il nostro impegno non si limita ad assicurare ai bisognosi un pasto caldo o qualche coperta nei mesi più freddi ma è anche tendere una mano a chi vive con poche risorse a tutto tondo, di ascoltare le loro storie, di fare un sorriso a chi non ne riceve più, stringere una mano, dare un abbraccio, scambiare quattro chiacchiere con chi è diventato invisibile agli occhi della società.
I giovani de ‘La Brigata – Unità di strada’ scrivono sulla loro pagina facebook: “Come mai nella nostra città tutta questa sofferenza continui a non avere visibilità, a non essere trattata, ad essere ghettizzata sulle panchine in strada; perché l’indifferenza riesca a renderci tanto ciechi e a radicarsi in noi con pensieri e parole di odio nei confronti di chi è visivamente in difficoltà.
Ci dispiace molto per qualcuno, ma la vergogna non riusciamo a vederla in queste persone, nei nostri amici, nei racconti che sentiamo di giorno in giorno e nei momenti di sollievo che ci regaliamo a vicenda, anche solo con uno sguardo.
Vorremmo che tutta questa povertà d’animo venga messa da parte per aprire le menti, per capire cosa significhi davvero povertà e vorremmo soprattutto che, a prescindere da queste parole superficiali, scritte per ottenere qualche like in più, venga finalmente alla luce un mondo ancora miseramente sotterrato e nascosto”