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Furbetti del bonus, il Garante: «I nomi siano pubblici, la privacy non è un ostacolo»

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La privacy non è un ostacolo alla pubblicazione dei dati sui “furbetti del bonus”, ovvero i parlamentari (3 effettivamente beneficiari a quanto si sa) che hanno ottenuto il sussidio post Coronavirus da 600 euro. A stabilirlo è il Garante della Privacy.

«In relazione alla vicenda del bonus Covid – si legge in un comunicato appena diffuso -, il Garante per la protezione dei dati personali precisa che, sulla base della normativa vigente, la privacy non è d’ostacolo alla pubblicità dei dati relativi ai beneficiari del contributo laddove, come in questo caso, da ciò non possa evincersi, in particolare, una condizione di disagio economico-sociale dell’interessato (art. 26, comma 4, d.lgs.33 del 2013)».

Prosegue il Garante: «Ciò vale, a maggior ragione, rispetto a coloro per i quali, a causa della funzione pubblica svolta, le aspettative di riservatezza si affievoliscono, anche per effetto dei più incisivi obblighi di pubblicità della condizione patrimoniale cui sono soggetti (cfr., ad es., artt. 9 L.441/1982 e 5 d.l. 149/2013, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 13 del 2014)».

Il Garante «contestualmente comunica che sarà aperta una istruttoria in ordine alla metodologia seguita dall’INPS rispetto al trattamento dei dati dei beneficiari e alle notizie al riguardo diffuse».

fonte Open.online

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