Giunta alla sua 17esima edizione, ARWU, insieme al ranking britannico Times Higher Education, è un’indagine di riferimento a livello internazionale, adottando una metodologia che compara oltre 1800 istituzioni accademiche e stilando la classifica delle prime 1000 migliori università al mondo.
L’elaborazione di Shanghai considera ogni università per il numero di Premi Nobel riconosciuti, di medagliati Fields, di ricercatori altamente citati o di articoli scientifici pubblicati su riviste accreditate (“Nature” o “Science”). Inoltre l’analisi include anche le università con una significativa quantità di documenti indicizzati da Science Citation Index Expanded (SCIE) e Social Science Citation Index (SSCI).
Le università sono classificate in base a cinque indicatori di performance accademica o di ricerca, ognuno dei quali pesato in maniera differente: qualità dell’istruzione (ovvero il numero di Alumni che hanno vinto Premi Nobel o medaglie Fields); qualità delle Facoltà (ovvero il numero di membri del corpo accademico che hanno vinto Premi Nobel o medaglie Fields); numero di Ricercatori Altamente Citati (cd. indice “HiCi”); Output della Ricerca (ovvero il numero di articoli pubblicati su Nature e Science) e Performance Pro-capite (corrispondente al rendimento pro-capite dell’istituzione, calcolato come somma dei punteggi ponderati dei precedenti indicatori diviso per il numero di personale accademico a tempo pieno equivalente).
Nella Top1000 resa nota in questi giorni rientra anche l’Università di Salerno: l’Ateneo, che ha fatto il suo primo ingresso in classifica nel 2016, guadagna adesso nuove posizioni raggiungendo il gruppo 601-700 (nel 2019 era collocato nel gruppo 701-800) e posizionandosi, tra le italiane presenti in classifica, nel gruppo 25-30 (lo scorso anno occupava il gruppo 32-36).
Il Rettore Vincenzo Loia, a commento dei risultati evidenziati, ha dichiarato: “Oltre al consolidamento all’interno di così importanti ranking internazionali, mi soffermerei sull’impegno di tutti i Dipartimenti della nostra Università nell’esprimere, attraverso la qualità e il valore delle ricerche condotte, una sempre maggiore vivacità e innovazione del proprio lavoro, una tensione scientifica che viene riconosciuta e attestata anche da parte di questi studi di settore”.
“Vedere citati i propri articoli scientifici, raccogliere premi e riconoscimenti significa per i nostri studiosi, da un lato raggiungere livelli sempre più alti, dall’altro contribuire in modo importante e continuo all’avanzamento della conoscenza scientifica del Paese, motore e linfa del suo sviluppo”.