A supportare la manifestazione degli attivisti ci sarà anche don Angelo Mansi, che appena un mese fa, dopo la denuncia di esche avvelenate presenti sul territorio ed il ritrovamento di alcuni cadaveri di gatti che avevano ingerito il veleno, rivolse un appello al sindaco, Salvatore Di Martino, per l’individuazione dei colpevoli.
Molte, negli anni scorsi, le testimonianze di cittadini sensibili, che raccontano di questo gesto criminale ripetuto di recente ancora una volta a Ravello, dove animali privi di vita sono stati trovati con chiari sintomi di avvelenamento. Nessun motivo può essere valido e potrà mai giustificare un gesto così terribile, per questo i volontari scenderanno in piazza, venerdì prossimo, per ricordare, a cittadini ed autorità, che il randagismo felino non si risolve certo in questo modo, ma censendo le colonie e provvedendo al controllo delle nascite, come previsto dalla legge regionale. Un appello non solo al primo cittadino, ma anche ai dirigenti dell’ASL veterinaria, affinché predispongano sul territorio ambulatori attrezzati per la sterilizzazione e la degenza post operatoria dei gatti prima della loro reimmissione, considerando la notevole distanza con l’ambulatorio principale del Distretto 63, ubicato a Cava de’ Tirreni.
Vittima innocente, a Ravello come in buona parte della costiera amalfitana, non è però solo il più piccolo dei felini, ma anche uno degli animali più miti in assoluto. In queste zone, infatti, è prassi utilizzare i docili asinelli per il trasporto di carichi pesanti, facendo loro salire migliaia di scalini sotto il peso di chissà quanti quintali, soprattutto di materiale edilizio: basta fare una ricerca in rete per trovare ditte che li affittano per spostare “qualunque tipologia di merce e materiale edile”.
Sono soprattutto i visitatori della “Divina”, provenienti dall’estero e da altre zone d’Italia, a reputare inaccettabile questo sfruttamento e a segnalare frequentemente, alla Polizia Municipale, l’indegno spettacolo di animali imbrigliati e schiavizzati, spesso costretti a stare per ore fermi, carichi di pesi sotto il cocente sole estivo, mentre attraversano i paesi costieri tra loro collegati, malmenati e picchiati quando non ce la fanno a salire le scale.
Dopo la morte del cavallo della Reggia di Caserta, stramazzato qualche giorno fa sotto il sole di questo torrido agosto mentre era costretto a trainare carrozze, episodio in seguito al quale la direttrice della Reggia ha sospeso il servizio dei “vetturini”, dobbiamo constatare tristemente che, se la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui questo tratta i suoi animali, come sosteneva Mahatma Gandhi, nelle nostre zone siamo ancora ben lontani dal raggiungerla.
Oltre a scendere in piazza, gli animalisti hanno portato questi reati e maltrattamenti a conoscenza anche delle associazioni di altri Paesi, in particolar modo delle organizzazioni inglesi e, contestualmente agli appelli alle Istituzioni, ribadiscono a tutti i cittadini l’importanza di denunciare sempre gli episodi di violenza, di cui sono testimoni, nei confronti degli animali.