La donna si presentava continuamente nei luoghi frequentati dalla parte offesa effettuando continue telefonate ed inviando messaggi dal contenuto sessualmente esplicito. La diffamazione e la calunnia consistevano nel millantare una relazione con la l’uomo (coniugato e con figli minori) e nel denunciare mendacemente alla polizia giudiziaria di aver subito violenze sia fisiche che sessuali.
Tali circostanze hanno portato al divieto di avvicinamento alla persona offesa. La misura cautelare degli arresti domiciliari, come aggravamento della precedente, scaturisce invece dall’invio di immagini dal contenuto sessualmente esplicito oltre che alla persona offesa, anche ad altre persone a questa legate da vincoli di stretta parentela o in ambito professionale.