Una nuova forma di collegamento fra zone urbane e zone rurali che, come avvenuto con successo in Francia, potrebbe permettere a queste ultime di sfruttare al meglio le opportunità di sviluppo e valorizzazione che i «contratti di reciprocità» offrono su vari fronti: sviluppo economico, integrazione professionale, energia, ambiente, salute, cultura e politiche giovanili.
«La Francia – spiega Valiante – ha avviato da qualche tempo e con successo l’esperienza dei contratti di reciprocità che connetteno le città metropolitane all’esperienza dei borghi. L’economia post Covid ci dà l’opportunità di rilanciare un tema che incrocia tantissime potenzialità della nostra regione, penso ai milioni di metri cubi abbandonati nei centri storici, che potrebbero rappresentare un’esperienza unica di rigenerazione urbana.
Si potrebbero valorizzare ancora di più alcune misure del Psr regionale come quella del recupero delle facciate che va rifinanziata o gli interventi nazionali del bonus del 110 per cento». Di qui la chiamata in causa della Regione: «Serve una piano regionale che organizzi il territorio per sistemi urbani omogenei e responsabilizzi gli stessi (penso al Parco per il sud della provincia o al sistema città dell’Agro per il nord) su una capacità progettuale che somigli ai vecchi Pit che nei primi anni 2000 in alcuni territori hanno stanziato risorse importanti».