Il viso di Armine è tipicamente armeno: lineamenti decisi e affilati, sopracciglia foltissime, naso adunco. Gucci l’ha scelta proprio per sparigliare le carte e offrire un modello di bellezza non tradizionale, nel nome dell’inclusione e della “body positivity”. A molti utenti di Instagram non è piaciuto, e hanno lanciato una vera e propria valanga di insulti all’indirizzo della ragazza, tra paragoni infelici, insulti personali e commenti volgari.
Nata nel 1997, la Harutyunyan è laureata in Graphic Design allo Yerevan State Institute of Fine Arts and Theatre. Ha debuttato sulle passerelle lo scorso anno durante la Milano Fashion Week con la maison italiana. Travolta dalle critiche, risponde con il silenzio social. In un’intervista a Repubblica ha raccontato di esserci rimasta male all’inizio, ma di aver capito che se non ha il potere zittire le persone, può perlomeno ignorarle.
Il motivo di tutto questo clamore sul suo aspetto sarebbe, secondo lei, la paura del diverso, l’incapacità di reagire alle novità, e per questo non vale la pena preoccuparsi di chi la attacca. E’ fermamente decisa a non rispondere agli insulta su Instagram, sicura di se stessa e della sua bellezza alternativa e fuori dai canoni tradizionali.
Fonte TgCom.it
Ha un nasone aquilino oltre che con una brutta gobba e proprio non vuole saperne di sistemare un po’ le sopracciglia, ok ma in realtà non è poi manco così brutta. Quelli e quelle che la offendono magari sono dei veri cessi. Con una banale rinoplastica ed un acconciatura migliore sarebbe persino giudicata molto bella dalle stesse persone. Non mi pare poi vogliano obbligare qualcuno a sposarla, non capisco che problemi abbia la gente e cosa spinga addirittura ad offendere con veemenza, sarà forse solo invidia? Lei è una modella di Gucci e loro altri invece sono solo degli incapaci frustrati.
Capitalismo merdoso
Colpevole Gucci per aver dato di proposito in pasto all’opinione pubblica una ragazza inadatta a reclamizzare un marchio che si occupa di estetica.
La tecnica della provocazione è la solita e stantia: suscitare dure reazioni nel dibattito sullo stereotipo di bellezza, fra il “politicamente corretto” e l’inevitabile critica del giudizio comune.
Di mezzo non ci va tanto Armine, che in quanto strumento di provocazione ha ricevuto il suo cachet, piuttosto le ragazze “non propriamente belle” il cui deficit di bellezza viene vissuto con disagio, coinvolte in una ipocrita “crociata contro gli stereotipi” che si riduce a sola e mera pubblicità.
bravo Golem
d’accordo con Golem sulla prima parte e sugli obiettivi del marchio. sulla seconda ho qualche riserva. le uniche vittime di queste vicende sono principalmente gli hater, vittime delle loro stesse azioni. queste persone non accettano se stessi o alcune proprie caratteristiche, attaccando persone e modelli che manifestano difetti in cui si identificano in qualche modo. le loro manifestazioni di odio non fanno altro che dare loro sollievo temporaneo, ma in realtà alimentano il disagio che vivono quotidianamente. Escludendo loro, chi ritiene di non essere bello e si accetta non prova alcun tipo di sofferenza da un dibattito del genere, chi non si accetta invece in realtà può trarne sollievo da questa vicenda perché realizza che forse la perfezione estetica non costituisce più un limite in un mondo che si fonda (apparentemente) sull’estetica
Ma vi dirò, in alcune foto tipo questa dell’articolo è proprio “scomoda” da vedere mentre invece in altre non sembra tanto malamente anzi, tutto questione di angolazione, pettinatura ecc, non dico che sia una bellezza ma sicuramente non è così brutta come dicono gli invidiosi che molto probabilmente sono peggio di lei in quanto a bellezza.