La Salernitana dopo una estenuante trattativa, come è nelle abitudini del suo direttore, ha sbaragliato la concorrenza ed ha preso Gennaro Tutino. Buon giocatore ma sicuramente non quello che serve e soprattutto non l’elemento, a giudicare dal curriculum, in grado di fare la differenza. Questa operazione così come le prossime verranno rappresentate come mirabolanti operazioni di mercato fatte con sudore e sacrificio dal direttore che, quest’anno, al quinto tentativo, proverà a portarci in serie A. Peccato che questa volta la rappresentazione sia ben nota a tutti e non faccia più effetto nonostante i soliti megafoni ed il codazzo di nani e ballerine. Già perché sono rimasti soltanto loro al seguito.
La notizia, la vera notizia, è che ieri, sugli spalti a seguire il triangolare c’erano solo tre tifosi tre. Nessuna colpa ai tre temerari, ci mancherebbe. La colpa di questa situazione ha nomi e cognomi ben precisi. In cinque anni, giocando sulla spaccatura della tifoseria e su qualche slogan di pessimo gusto, avallato da qualche affiliato del tipo: ‘Se vanno via loro chi se la prende’ o ‘Io sono io e voi non siete un…’ e ‘Non avevate nemmeno i palloni’ ed ancora ‘Avete fatto solo la serie C’ ed il campionario di frasi potrebbe proseguire all’infinito, in tutto questo, dicevamo, la passione per la maglia è andata a farsi benedire.
Mortificata, umiliata, schiacciata da una proprietà che ha considerato Salerno e la Salernitana un proprio affare esclusivo, un giocattolo da smontare e rimontare a proprio piacimento senza tenere conto della storia del club e dell’amore viscerale di una piazza che vive di pane e pallone. Oggi non è più così. I tre tifosi sugli spalti ne sono un esempio. Così come i 2mila abbonati la scorsa stagione, lo stadio semivuoto ancor prima del Covid.
E’ mancata la chiarezza su obiettivi, programmi, progetti e Noif una volta in B. Sappiamo bene che Lotito se vuole vincere vince in pochissimo tempo ma questo modo di fare calcio a Salerno ha determinato un allontanamento costante nel tempo. La piazza si è disamorata e questo è, ad oggi, il danno più grande provocato da questa proprietà