«Per questa nuova fase dell’epidemia è necessario adottare un approccio diverso – spiega Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di Medicina generale Simg – Sono circa 10 milioni gli italiani coinvolti nelle scuole e nelle università. Dobbiamo monitorare la situazione».
Ecco il vademecum della Simg:
1) laddove non si possano mantenere distanze sufficienti, la mascherina diventa lo strumento più utile per limitare questi contatti. Ogni alunno deve quindi portare con sé un dispositivo medico chirurgico – quindi non le semplici mascherine di stoffa – da utilizzare durante le lezioni laddove necessario, durante i momenti ricreativi e durante gli spostamenti per i bagni. Contrariamente a quanto spesso si è visto, la mascherina non deve essere toccata, tolta o abbassata; deve essere sempre pulita e cambiata una volta al giorno. Si consiglia, ogni volta, di personalizzare il dispositivo così che possa essere facilmente riconoscibile e non confusa con altre similari”.
2) igiene delle mani. Le mani possono essere veicolo di contagio: oltre a evitare di toccarsi naso e bocca, si devono lavare di frequente, a lungo (almeno 40 secondi) e con il sapone.
3) Gel igienizzante. Per rafforzare l’igiene delle mani o per sopperire alla mancata possibilità di lavarle, le mani devono essere disinfettate con gel igienizzante prima e dopo la frequentazione di qualsiasi ambiente, in particolare quando si accede ai mezzi pubblici. Gli alunni devono portare sempre con sé tale gel, soprattutto in aula, da utilizzare nelle occasioni in cui le attività didattiche prevedono eventuali contatti con oggetti in comune.
4) Distanziamento sociale. E’ indispensabile mantenere uno o due metri di distanza tra personale e discenti, nonché tra gli stessi alunni. Occorre inoltre limitare al minimo le occasioni in cui questi possano comprometterla.
5) Disinfezione degli ambienti. Introdurre pratiche di disinfezione delle superfici con regolarità durante la giornata. Occorre prevedere anche la disinfezione degli oggetti comuni e punti per l’igienizzazione delle scarpe. Indispensabile la presenza di colonnine con distributore di gel.
6) Educazione e attenzione genitoriale. I genitori/parenti hanno un ruolo cruciale: è fondamentale, infatti, che loro intervengano preventivamente e severamente nel far osservare le norme, così da facilitarne l’osservanza all’interno degli ambienti scolastici. A tali figure, una volta a casa, si richiede massima attenzione alla salute degli alunni: si consiglia un quotidiano controllo della temperatura e il monitoraggio di eventuali sintomi. No alla somministrazione di farmaci senza prescrizione medica.
7) Accessi scaglionati. Bisogna scadenzare l’accesso nelle scuole e negli uffici per evitare affollamenti e pericolose code. Sarebbe opportuno, laddove possibile, la realizzazione di apposite corsie di ingresso e uscita.
8) Comunicazione. Per favorire la comunicazione tra personale scolastico e famiglie, si consiglia una mailing list o una chat di gruppo per eventuali comunicazioni urgenti, da utilizzare unicamente per denunciare casi di positività o per avvisare riguardo l’insorgenza di alcuni sintomi.
9) Test sierologici. E’ indispensabile sollecitare i docenti a fare i test sierologici: questa pratica è stata talvolta sopravvalutata come soluzione o come forma di immunità. Il test sierologico è un elemento di conoscenza di come si muove il virus, che procede di nascosto. Su coloro che presentino test sierologico positivo o abbiano altri sintomi sospetti bisogna effettuare il tampone, al fine di proteggere coloro che si possono ammalare più facilmente, a partire dagli anziani.
10) I medici di medicina generale devono costituire un punto di riferimento costante per le famiglie e per ogni individuo. Devono essere vicini ai pazienti, contattarli personalmente e far presente loro quali siano i comportamenti corretti e se necessario convocarli presso i propri studi.
Cazzate il mio medico di famiglia e gli altri dell’ ASL di appartenenza non sanno nulla e non voglio fare niente vedetevela voi scrivete solo cszzate
Mi sembrano giusti tutti i provvedimenti adottati, però non capisco perché durante le ore di lezione i docenti debbano indossare la mascherina e invece gli alunni no. È come se solo i docenti potessero infettare gli altri. Anche gli alunni parlano durante la permanenza in aula. Un’altra osservazione: nessuno ha pensato che anche i docenti hanno bisogno di togliere ogni tanto la mascherina per bere, mangiare una caramella per contrastare la secchezza alla gola, mangiare qualcosa a metà mattina per placare la fame?