Dietro di lui, c’è l’orgoglio del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che avrebbe indirizzato i suoi ministri. L’imperativo è uscire dalla crisi in modo performante, magari andandoci giù pesante contro la lotta all’evasione. Fonte primaria di sperpero per il Belpaese con i suoi ben 100 miliardi di euro l’anno. È a questa cifra che ammonta il sommerso in Italia. Serve un’idea. E così chi ci governa è pronto a mettere sul tavolo un nuovo bonus. L’ennesimo.
In soldoni, per dimostrare di avere credibilità a livello internazionale e magari per incassare dignitosamente i 209 miliardi del Recovery Fund, l’esecutivo serra i ranghi. Vuole fare bella figura, perché per Bruxelles occorre ridurre di netto il peso dell’evasione fiscale. Ecco spiegata la misura che porterebbe bei soldi nelle casse dello Stato: riconoscere un bonus a tutti i consumatori che faranno acquisti dal primo dicembre con carte di credito e bancomat. Fino a 300 euro all’anno per spese documentate che non superino i 3mila euro. Si tratta del piano cashback allo studio del ministero dell’Economia in stretto contatto con Palazzo Chigi. L’obiettivo è stimolare i pagamenti elettronici portando a galla il sommerso, magari mettendo in concorrenza tra loro i commercianti e favorendo solo quelli dotati di Pos.
L’avvocato del popolo, come spiega il Corriere della Sera, avrebbe chiesto agli operatori di settore, come Nexi o Visa, un nuovo impulso all’adeguamento tecnologico. Per far dialogare il sistema dei pagamenti con le amministrazioni dello Stato serve però un passo decisivo: cioè la rendicontazione delle transazioni attraverso sia la piattaforma PagoPa, sia quelle bancarie. E il trasferimento delle informazioni all’Agenzia delle entrate.
“Tutto sarà trasparente”, fanno sapere dal Palazzo. E tutto drammaticamente orwelliano, se ci immedesimiamo nei contribuenti italiani che finiranno sotto i riflettori del fisco. Ci sono, però, alcuni passaggi da dover superare. Bisogna avere innanzitutto il via libera da parte del garante della privacy (non è un caso) e della Corte dei Conti. Oltre alla soglia di spesa sarebbe previsto anche un limite minimo di operazioni, per incentivare l’uso della moneta elettronica anche per piccoli acquisti. Tendenza che gli esercenti bocciano, lamentando commissioni troppo alte.
Ma le novità non finiscono qui. Il piano per la riduzione dell’uso del cash prevederebbe un credito d’imposta per le commissioni pagate dai piccoli imprenditori in vigore dal primo luglio scorso, detrazioni fiscali solo per prestazioni pagate con carta. E un’esenzione fiscale per chi usa buoni pasto elettronici, oltre all’abbassamento, già in vigore della soglia dei pagamenti in contanti. Tetto che dai 2mila euro odierni passerà, dal primo gennaio 2022, a soltanto mille euro.
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