Un’esecuzione intima, raccolta, sentita, che ha spaziato dall’indubbia matrice jazz alle radici classiche di Mehldau. Un concerto che ha racchiuso l’essenza stessa di questa edizione del Festival che è partita, per espressa volontà del direttore Alessio Vlad, con criteri prefissati precisi che lo identificassero con l’internazionalità delle proposte, con la presenza delle eccellenze italiane, con la partecipazione di alcune delle migliori e più interessanti forze musicali operanti in Campania, con la collaborazione, alla pari, con i più importanti festival europei, con la valorizzazione dei giovani e con la volontà di produrre, quest’ultima, prima condizione per mettere la basi di un vero e serio progetto di destagionalizzazione.
Gli applausi per Mehldau sono gli applausi per questa idea che, in un anno così complicato si è affermata con forza. Applausi convinti vanno idealmente a tutto lo staff della Fondazione Ravello, ai collaboratori, agli sponsor e a tutti coloro che a vario titolo hanno, in tempi e condizioni altrettanto complicati, fatto sì che le idee divenissero realtà.