Per la seconda volta nella millenaria storia di San Matteo non si terrà la processione in onore dell’evangelista. Accadde nel 1914 per motivi climatici, quest’anno è stata la pandemia a fermarla, un tema, sviluppato in chiave etica e sociologica, che è stato centrale nel solenne pontificale officiato dall’arcivescovo metropolita Andrea Bellandi.
Durante il periodo del lockdown – ricorda – era prevalso uno spirito di fratellanza, di condivisione e di responsabilità. Uno spirito che si è perso in un momento in cui il bene comune doveva invece prevalere. La ripresa delle attività scolastiche, la crisi economica e sociale sono tutte affrontate con l’egoismo che prevale.
La liturgia all’interno del Duomo con un massimo di 200 persone quest’anno si è svolta nel rispetto delle normative anti-Covid ma ha rappresentato comunque un momento di grande spiritualità e partecipazione emotiva. È stata l’occasione per ribadire l’esigenza di difendere e diffondere messaggi di pace e solidarietà, contro ogni forma di odio, violenza o discriminazione, richiamando anche il contenuto della nuova enciclica “Fratelli tutti“, che Papa Francesco firmerà ad Assisi il prossimo 3 ottobre.