“Sono salita sull’autobus a piazza Vittoria e con me avevo una cartellina contenente documenti importanti. Prendo posto e di fronte a me c’era quest’uomo sulla quarantina, vestito in maniera alternativa e con una cresta colorata sulla testa. Aveva una grossa bottiglia di birra in mano, i piedi poggiati sul sediolino di fronte e un bel cane accucciato accanto a lui.
A un certo punto, mi viene di fare una carezza all’animale e l’uomo inizia a pronunciare una serie di insulti contro gli italiani, in generale, e contro di me, che mi ero permessa di toccargli il cane». Ma la donna non raccoglie quella provocazione e finge di non sentire: «Solo che dopo un po’ i nostri sguardi si sono incrociati, come è inevitabile che sia quando viaggi su un pullman uno di fronte all’altro, e il tizio ha ripreso a insultarmi”.
“È stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso e sono andata a protestare dal conducente, chiedendogli com’era possibile permettere a un tipo del genere di salire su un pullman e ordinandogli di fermare il mezzo perché volevo scendere. Così l’autista, arrivati a Mergellina, ha arrestato la corsa e ha detto al molestatore che non saremmo ripartiti, se non metteva la mascherina.
Lui ne ha tirata fuori una dalla tasca, incredibilmente lurida, e l’ha messa, ma abbassandola sotto il mento. In particolare una signora anziana ha preso il cellulare e ha minacciato di fotografarlo e mandare l’immagine a De Luca. E questa cosa l’ha fatto uscire di testa completamente, perché si è alzato, ha preso il telefono della signora e lo ha scaraventato via, poi si è avventato su di lei. Io ho cercato di toglierglielo di dosso, ma mi sono presa pure io qualche mazzata”».
“Appena l’ho visto, sono scesa da quello su cui ero e sono salita sull’altro. Ma nemmeno il tempo di trovare un posto che mi sono resa conto che gran parte degli altri passeggeri mi aveva seguita, compreso l’invasato col cane. Perciò sono scesa subito per salire di nuovo su quello precedente, non senza remore. A un certo punto ero decisa a restare lì in strada, poi l’autista mi ha convinta a tornare a casa con quello. Mi sono sentita dire che quel tizio è un abitudinario del 140, che non bisogna farci caso e che è inutile discuterci.
Che se prendi i mezzi pubblici a Napoli, ci fai l’abitudine a certi comportamenti, ma per me non può essere normale assistere a certe scene. Insomma, alla fine ero pure colpevole di aver fatto perdere tempo a tutti, mentre nessuno di loro ha mosso un dito per difendere me e la signora. Il conducente aveva detto di aver chiamato la polizia, ma poi mi ha fatto capire che non era vero. Ho perso anche la mia cartellina. Gli addetti dell’Anm l’hanno cercata su entrambi gli autobus senza trovarla. Sono convinta che l’abbia presa quel tizio per farmi un dispetto”.
Fonte: VocediNapoli.it