A due ore e trenta soltanto dalla chiusura dei seggi elettorali, un dato politico è già emerso in maniera definitiva, e cioè il fatto che non solo sia finita la spinta propulsiva del Movimento cinque stelle ma anche che, da oggi in poi, il Pd non consentirà più allo stesso Movimento alcuna fuga in avanti o, per meglio dire, alcuna scelta in autonomia.
Il Movimento è stato così “normalizzato” dall’elettorato e, per poter continuare a contare, solo in parte, dovrà necessariamente andare a seguito del Pd. Salvo nuovi ma ormai improbabili cambi di schieramento, ai quali nonostante tutto siamo stati abituati.
Non è un caso che, a soltanto due ore e trenta della chiusura dei seggi elettorali, Di Maio e Zingaretti siano prontamente intervenuti pubblicamente a commento del voto referendario e amministrativo. Il primo, twittando: “quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. E’ la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il Movimento cinque stelle tutto questo non sarebbe mai successo”.
Il secondo, sottolineando invece che, a parte tutto il resto, il risultato delle Marche sarebbe stato diverso se il Movimento, invece di correre da solo, avesse scelto di allearsi con il Pd. Anche se, al momento in cui scriviamo, la vittoria del candidato di centrodestra è pressocché sicura ma non ancora certa.
E dunque, il “risultato storico” sarebbe ed è che i rappresentanti in Parlamento da oggi sono destinati a essere 345 in meno (da 945 a 600), con annessi “privilegi”, senza specificare esattamente quali, che Di Maio ritiene che i parlamentari abbiano, compresi i rappresentanti del Movimento. Ed è il voto dei cittadini che ha determinato questo esito, per i 2/3 in linea con il “segnale” della politica – ricordiamo infatti che in Parlamento la legge era passata con il voto del 97% dei parlamentari. E in fine: è così che, a parere di Di Maio, “torniamo ad avere un Parlamento normale”.
Ma, caro Di Maio: a) perché – fino a oggi, e soprattutto ricordiamolo per tutto il tempo ancora a venire prima dell’insediamento del nuovo Parlamento formato da 600 rappresentanti – l’attuale Parlamento sarebbe “(a)-normale”?; b) quanto è “normale”, dopo il voto di oggi, che l’attuale Parlamento resti in carica almeno fino alla prossima scadenza del mandato del Presidente della Repubblica? c) è “normale” che, soprattutto all’esito del referendum di oggi, il Movimento conti in Parlamento l’attuale numero di rappresentanti, tra appartenenti al gruppo, fuoriusciti e cambi di casacca?
Il Movimento avrà anche ottenuto un risultato storico, ma la sua storia finisce qua.
Angelo Giubileo
Fai pace con il cervello stai scrivendo un mare di sciocchezze. Fino al 2023 l’agenda la scrive il M5S poi si vedrà.
PS . Se fosse stato per Zingaretti oggi le destre sarebbero al governo e tra due anni avresti avuto Berlusconi presidente, ringrazia Renzi che non ci ha mandato a votare ad Ottobre scorso.