1708 per “Liberi”, 1706 per “Amalfi Rinasce”: a conclusione delle operazioni di scrutinio, che hanno visto un testa a testa fino all’ultimo voto (è proprio il caso di dirlo), la lista del giovane sindaco risulta vincitrice per soli due voti su quella del suo avversario Alfonso Del Pizzo.
A “sostenere” Milano soprattutto le borgate alte (Vettica, Pogerola e Tovere) con il vicesindaco uscente, Matteo Bottone, che ancora una volta non ha deluso le aspettative conquistando oltre 700 preferenze 8si attendoni dati ufficiali) mentre la maggioranza dei residenti del centro storico ha sostenuto la lista avversa. Una vera e propria beffa per l’ex sindaco e la sua squadra che avevano messo in campo la sua “potenza di fuoco” per contrastare la compagine uscente.
“Clamoroso ad Amalfi” verrebbe da dire (parafrasando Sandro Ciotti) con l’uscente Milano che a metà gara, quando il vantaggio sull’avversario aveva raggiunto persino i 120 voti, prefigurava tutt’altro scenario. Ma quel distacco andava man mano assottigliandosi fino a due.
Mai nella storia recente di Amalfi si era assistito a un epilogo del genere, come mai alla competizione elettorale soltanto due liste a contendersi Palazzo San Benedetto.
Oggi Amalfi è una città spaccata in due parti perfettamente uguali e da domani Milano non troverà la stessa città che salutò il suo trionfo nel 2015.
Intanto dalla lista “Amalfi Rinasce” fanno sapere di voler tentare il ricorso per il riconteggio di tutte le schede scrutinate nelle sei sezioni e valutare quelle annullate.
Del Pizzo avrà trenta giorni per ricorrere al Tar.
Come accadde nel 1996 a Ravello quando Paolo Imperato, vittorioso per soli 4 voti si vide ribaltare quel responso dal Consiglio di Stato che nel giugno del 1998 dichiarò sindaco Secondo Amalfitano.
Il Vescovado
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