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Reddito di cittadinanza agli evasori, l’Inps smentisce e precisa

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In riferimento agli interventi comparsi sulla stampa riferiti alla potenziale esistenza di 1.4 milioni di percettori del Reddito di Cittadinanza (RdC) che sarebbero evasori fiscali, la DCSR di INPS ritiene che i sostenitori di tale affermazione possano aver equivocato una microsimulazione riportata nell’ultima slide di un seminario tenuto il 22/2/2020 (CLICCA QUI PER IL MODELLO DI MICRO SIMULAZIONE)

In tale sede si erano confrontati i nuclei percepenti il RdC, stimati da modello, con i nuclei definibili come poveri secondo la metodologia OECD, per analizzare la coerenza di due approcci.

La fruizione di RdC è infatti riconducibile al non superamento di soglie riferite a quattro dimensioni (reddito familiare, dichiarazione Isee, patrimonio mobiliare e patrimonio immobiliare) oltre che alla permanenza nel paese da più di 10 anni se cittadino straniero. Viceversa la condizione di povero nelle definizioni ISTAT/OECD è legata a livelli di consumo o reddito inferiori a standard definiti localmente (povertà assoluta) o a standard definiti in riferimento alla distribuzione dei consumi o reddito (povertà relativa). Quindi le due platee sono difficilmente confrontabili, e dal loro confronto non possono dedursi conseguenze di tipo amministrativo.

Nello specifico, l’analisi in questione ha diversi elementi da tenere in considerazione. l

Considerato che non è stata effettuata una partizione dei non poveri, anche per gli inevitabili margini di approssimazione che avrebbe contenuto, non è possibile fare nessuna deduzione scientificamente affidabile circa l’inclusione di possibili evasori nella platea.

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