Arrestato e rilasciato su cauzione, Barnes, se riconosciuto colpevole, rischia due anni di detenzione, ha spiegato all’agenzia France Presse Thanapon Taemsara, colonnello della polizia di Koh Chang, l’isola dove si trova la struttura. Con un numero di contagi da coronavirus ancora relativamente basso, l’industria turistica thailandese è ancora attiva, seppure con un numero di presenze molto ridotto.
La denuncia legale
I proprietari della struttura hanno fatto sapere di aver deciso di procedere per vie legali perché, dopo aver provato a contattare Barnes senza successo, una denuncia era sembrata l’unico modo per fermare l’uomo, che da settimane continuava a scrivere recensioni negative del resort su TripAdvisor e altri siti. Nell’ultima recensione, risalente allo scorso luglio, il Sea View Resort era accusato di avere un personale «scontroso» che si comporta «come se non volesse nessuno intorno».
Nella prima, poi rimossa perché contraria alle linee guida di TripAdvisor, Barnes aveva scritto che il resort «praticava la schiavitù». Le leggi contro la diffamazione thailandesi sono state spesso criticate in passato dagli attivisti per i diritti umani a causa della loro severità, che metterebbe in pericolo la libertà d’espressione.
La sentenza massima prevista è pari a due anni di prigione e una multa di 200.000 baht (6.300 dollari). Alcuni mesi fa, ad esempio, un giornalista thailandese era stato condannato a due anni per un tweet nel quale rendeva conto di una controversia sulle condizioni di lavoro in un allevamento di galline.
Fonte: IlCorriere.it
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