Lockdown e pandemia di coronavirus hanno fortemente penalizzato il comparto turistico italiano. A livello complessivo sono 5 i sistemi turistici regionali più colpiti: Veneto, Sicilia, Toscana, Lombardia e Lazio. Lo rende noto l’Istituto Demoskopika, secondo cui Il Veneto risulta in testa anche per il decremento stimato della spesa turistica: 3.272 milioni di euro.
Secondo la stima a consuntivo dell’Istituto Demoskopika il Veneto, con un tasso di internazionalizzazione pari al 65,3%, avrebbe ridotto gli arrivi di 9,3 milioni (-63,3% rispetto al 2019) e le presenze di 35,6 milioni (-65,1% rispetto al 2019).
A seguire, in valore assoluto, Lombardia con una contrazione pari a 6,6 milioni di arrivi (-55,8%) e 16,4 milioni di presenze (-57,4%), Toscana con una riduzione pari a 6,1 milioni di arrivi (-59,2%) e 21,7 milioni di presenze (-60,7%), Lazio con una riduzione pari a 4,8 milioni di arrivi (-54,7%) e 15,2 milioni di presenze (-55,8%) e l’Emilia Romagna con una riduzione pari a 4,6 milioni di arrivi (-52,4%) e 18,1 milioni di presenze (-55,6%).
In chiave percentuale è la Sicilia a presentare i “conti piu’ salati”, preceduta solo dal Veneto: -2,2 milioni di arrivi e -6,8 milioni di presenze con un calo rispettivamente pari al 59,9% e al 61% rispetto ai primi otto mesi del 2019. Il Veneto, è in testa anche per il decremento stimato della spesa turistica: 3.272 milioni di euro. Seguono, con sforbiciate rilevanti dei consumi in “viaggi e vacanze”, Toscana con 2.130 milioni, Lombardia con 1.784 milioni, Emilia-Romagna con 1.609 milioni, Lazio con 1.513 milioni e Trentino Alto Adige con 1.165 milioni.
Nel 2020 l’Italia perde metà delle presenze
L’emergenza coronavirus avrebbe già “bruciato” ben 173,5 milioni di presenze e oltre 48 milioni di arrivi con una contrazione rispettivamente del 52,5% e del 51,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In picchiata anche gli incassi comunali dell’imposta di soggiorno: oltre 211 milioni di euro. Sforbiciata di ben 16 miliardi di euro di spesa turistica, con quasi la metà, pari a 7,2 miliardi, concentrata in Veneto, Toscana e Lombardia che presentano un tasso di internazionalizzazione dei sistemi turistici ben al di sopra del 50%.
Codacons, “Serve terapia d’urto”
Assolutamente disastrosi e peggiori di ogni previsione i dati sul turismo che emergono da una ricerca dell’Istituto Demoskopika, secondo cui l’Italia perde la metà delle presenze nel 2020 con oltre 16 miliardi di spesa bruciati.
“Di fronte a questi numeri catastrofici serve una terapia d’urto per risollevare le sorti del turismo e di migliaia di piccole e medie aziende del settore, che rischiano di chiudere i battenti nei prossimi mesi a causa della mancanza di turisti nel nostro paese – afferma il presidente Carlo Rienzi – In particolare serve incentivare gli italiani a viaggiare e spostarsi lungo la nostra penisola, ma per farlo occorre agire prima di tutto sul fattore costi”.
Nello specifico il Codacons chiede un abbattimento dei prezzi dei trasporti, a partire dai biglietti dei treni che, con la riduzione della capienza nei vagoni, hanno subito un generalizzato incremento. Serve poi avviare una politica di sconti e offerte non solo nelle strutture ricettive, ma anche su tutte le attività legate ai viaggi, come escursioni, visite guidate, noleggi di mezzi di trasporto, mostre, ecc., per spingere i cittadini a viaggiare in Italia e contrastare l’impoverimento causato dal Covid, che impedisce a molte famiglie di spendere per il turismo.
Indispensabile anche aiutare le strutture ricettive che rischiano misure di sfratto per impossibilità di pagare i canoni di affitto. Il Codacons si è già attivato promuovendo una convenzione con i piccoli comuni che vogliono attirare turisti applicando sconti su soggiorni e servizi vari, ampliando e potenziando il fallimentare bonus vacanza, e già molte amministrazioni in tutta Italia hanno mostrato interesse per l’iniziativa.
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