A distanza di decenni, nonostante siano cambiate molte cose e siano cessati anche i batticuori, i ‘gendarmi’ sono ancora lì, in quegli enormi edifici che, nati come Conventi e Monasteri, nel 1807 divennero di proprietà dello Stato a seguito della soppressione di molti Ordini Religiosi disposta dal Murat.
In Città, di strutture della specie ce ne sono veramente tante, diversamente utilizzate e, purtroppo, anche in rovina. Qualcuno ne ha contate fino a trenta.
In particolare, sono di origine religiosa, nel centro storico, non solo le Caserme della Polizia (la ‘Pisacane’, ex Convento di S. Domenico e S. Maria della Porta), della Guardia di Finanza e dei Carabinieri (la ‘Giudice’ e la ‘De Vita‘, ex Monastero di San Giorgio), dell’Esercito (la ‘Carrano’, ex Monastero di San Benedetto), ma anche la sede del Tar, della Pia Casa di Ricovero, dell’ex Orfanotrofio ora Conservatorio, dell’Archivio Storico del Comune, delle ex carceri femminile e maschile in rovina, del Convitto Tasso. Ci fermiamo. Delle tante Chiese non parliamo. Per le loro condizioni, sarebbe doloroso.
E’ evidente che, nello stato attuale, questo enorme patrimonio non può essere utilizzato nell’interesse specifico della Comunità. Epperò, esprimendone la storia millenaria, la vita civile e religiosa, l’architettura e il saper fare, molti edifici potrebbero essere trasformati in luoghi di cultura, di servizi formativi ovvero in attrattori turistici per flussi di visitatori di qualità, non d’accatto, laddove fosse recuperata la loro piena disponibilità.
In tal senso, un progetto immediato potrebbe coinvolgere l’immobile di largo S. Tommaso D’Aquino, già ‘Convento di Santa Maria della Mercede’ e, ora, sede del TAR.
E’ innegabile, comunque, che, sui possibili recuperi, qualcosa si stia finalmente muovendo.
L’Associazione ‘Arcan’, raggruppamento di professionisti attenti alla trasformazione urbana della Città, ha recentemente prospettato di ‘liberare’ la Caserma ‘Pisacane’ (fonte: Arcan). Condividendo l’idea, un ‘gruppo di cittadini uniti dall’amore per il patrimonio culturale’ ha suggerito di trasferire in essa la sede del ‘Museo dello Sbarco e di Salerno Capitale’ che occupa attualmente locali regionali, defilati e isolati, sul lungomare Clark (fonte: per il patrimonio culturale…di Salerno). E’ un Museo di grande interesse che, nell’esporre documentazioni storiche e immagini fotografiche dello sbarco di oltre 200.000 soldati avvenuto il 9 Settembre del 1943 sulla nostra costa, ‘racconta’ il sacrificio della Città ma ne mette in evidenza anche la forza di reazione per essere divenuta ‘Capitale d’Italia’ nel successivo periodo dal Febbraio all’Agosto 1944. Per il valore delle testimonianze, il Museo merita davvero una ben diversa sistemazione.
Per questo, con la dovuta umiltà, ci permettiamo formulare una alternativa proposta, per noi più immediatamente realizzabile, incentrata sull’utilizzo della ‘Caserma Carrano’ dell’Esercito, già distretto militare e oggi sede del Circolo Unificato di Presidio, nella quale, per gentile concessione, si sono già svolti incontri pubblici con finalità culturali e sociali.
In ogni caso, noi pensiamo sia necessario perseguire il possibile ripristino dell’‘utilizzo civile’ anche per la Caserma della Polizia, come proposto da ‘Arcan’, e per le sedi della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, a via Duomo. E, per questo, suggeriamo come fare.
Nei pressi della zona industriale, quasi di fronte all’Agenzia delle Entrate, svettano due grattacieli simbolo delle difficoltà che sembrano contraddistinguere il settore immobiliare in quanto sottoposti a procedura concorsuale. Essi costituiscono la parte residenziale di un più ampio progetto che prevedeva la realizzazione di estesi locali commerciali, ampi spazi esterni e aree a verde. Un complesso concepito per essere quasi del tutto autonomo.
Quindi, ci sarebbero tutti i presupposti per dare vita a una vera e propria ‘cittadella della sicurezza’ integrando quei fabbricati con altre strutture idonee ad accogliere i ‘gendarmi’ trasferiti dal centro.
E, quindi, possiamo proporre di fare cambio?
Certo, sono necessari adempimenti amministrativi e accomodamenti vari, ma sarebbe una soluzione di grande interesse per tutti.
La nostra Città ha ricchezze ‘da vendere’, in numero ben maggiore di quanto ufficialmente si sente dire da molti che, forse, non ne hanno piena consapevolezza o, chissà, intendono sminuirne l’importanza, colpevolmente.
Esse sono state la fonte della nostra vita, della nostra civiltà e della nostra cultura. E, possono essere, oggi, la fonte del futuro della nostra Comunità.
Per chi lo capisce.
Con entusiasmo, progettualità, responsabilità e decisione, noi pensiamo sia possibile sollecitare interessi, spingere volontà, alimentare coinvolgimenti, smuovere menti e coscienze, per costruire una società migliore per i nostri figli e nipoti, molti dei quali sono costretti a realizzare altrove le loro vite.
Ad essi, dobbiamo sforzarci di dare nuove opportunità per accrescere lo spirito di appartenenza e rafforzare l’orgoglio di essere espressione di questa terra.
Impegnarci per questo, è una prova di amore.
Questa Città ha bisogno di amore.
pagina fb: Associazione io Salerno