Martedì mattina mia figlia si è svegliata con un po’ di febbre e chiaramente non è andata al nido.
In mattinata chiamo il pediatra di base dato che nel pomeriggio aveva una visita prenotata per controllo , il mio pediatra mi ha detto che lui non poteva venire a casa e ne tanto meno potevo portarla allo studio.
Mi ha fatto la morale perché non avrei potuto iscrivere mia figlia al nido perché si sapeva come sarebbe andata a finire. Mia figlia era più che altro raffreddata,un semplicissimo raffreddore che hanno tutti i bambini in questo periodo. Ho contatta un pediatra privato é venuto oggi a casa diagnosticando un raffreddore.
Per rientrare all’asilo c é bisogno del certificato medico rilasciato dal pediatra di base il quale ha fatto la segnalazione all’Asl e quindi domani questa bambina di 18 mesi farà il tampone. Ora mi chiedo tutte le volte che ci sarà un raffreddore il pediatra si rifiuterà di controllarli e obbligatoriamente dovranno fare il tampone”. E’ la storia raccontata alla nostra redazione da una mamma salernitana.
COSA DICE LA LEGGE- Influenza o Coronavirus? Distinguerli nei bambini non è per niente facile. La certezza può darla solo il tampone, che i pediatri dovranno chiedere al primo sintomo sospetto.
Questo stabilisce la legge. Tempi di un tampone alla mano, però, il caos nei laboratori sembra essere dietro l’angolo. Quanti bambini dovranno fare il tampone? Tantissimi, se si considera l’elevata possibilità di un semplice raffreddore per queste fasce d’età.
Ogni bambino all’insorgere di un sintomo – che sia tosse, febbre al di sopra dei 37,5°, mal di gola – sarà sottoposto a tampone, su richiesta del proprio pediatra di famiglia. Il bambino ha il naso che cola? Se è a scuola deve tornare subito a casa, quindi va avvisato il suo pediatra, che provvederà a prescrivere il tampone. Una prassi chiara.
“Non si tratta di una decisione del Pediatra, ma di una disposizione. Anche per un banale raffreddore il pediatra dovrà richiedere il tampone, questo sia secondo quanto stabilito dalla Circolare dell’Istituto Superiore di Sanità – datata agosto 2020 – sia stando a quanto previsto dai protocolli regionali.
“Il pediatra non può non chiedere il tampone. Deve essere chiaro a tutti che qui non si sta parlando solo di affrontare un raffreddore in un bambino, poiché non abbaiamo alcun segno clinico tale da farci stabilire che quel semplice raffreddore sia o meno Covid. Per questo dobbiamo solo applicare la legge”. Un concetto che viene sottolineato dalla dottoressa D’Andrea, la quale ribadisce come la procedura sia “necessaria e stabilita dalle norme”.
Non sono mancate – e non mancano in questi giorni – le polemiche in merito a queste disposizioni, considerate da molti genitori troppo rigide, soprattutto con l’autunno in corso e l’attesa ondata influenzale. Quest’anno, però, anche il discorso influenza va rivisto, alla luce delle nuove necessità imposte dalla pandemia da Covid19.